La Formula 1 non si ferma mai. Durante il weekend del Gran Premio del Belgio, Stefano Domenicali trova il tempo per fare il punto sulla salute del Circus che guida da presidente nel corso di un’intervista al Corriere della Sera. I numeri parlano chiaro: 827 milioni di appassionati seguono la F1 nel mondo, un bacino d’utenza che rappresenta un tesoro da miliardi di dollari per Liberty Media.
«Gli USA sono un bacino enorme, anche per le possibilità del mercato americano di unire l’interesse alla capacità di spesa, – spiega Domenicali nell’intervista. – Siamo appena partiti e la direzione è giusta. E poi l’Estremo Oriente: Cina, India, Indonesia».
Domenicali: «La crescita della Formula 1 non è finita»
Dicono che la F1 abbia già raggiunto il picco massimo di interesse, parlano di plateau. Per il manager emiliano si sbagliano.
«La possibilità di coltivare questa fase di crescita è straordinaria, – taglia corto Domenicali. – Le preoccupazioni e gli obiettivi semmai sono altri. Mettere fondamenta solide. Ovvero concentrarsi, non solo sulle tecnologie, ma sulle risorse umane».
Il concetto è chiaro: la Formula 1 ha bisogno di contaminazione con altri settori.
«Fra i team non c’è un ricambio di personale da altri settori dello sport o da altre aziende, – ammette. – È un limite: significa che ci autogeneriamo in termini di competenze».
Il sistema deve quindi pensare in grande e in modo non convenzionale se vuole continuare a crescere.
MotoGP: sinergie senza concorrenza
L’acquisizione della MotoGP da parte di Liberty Media apre nuovi scenari. Domenicali ha già incontrato a Madrid gli azionisti e i manager della Dorna per definire la strategia.
«Le due unità di business resteranno separate così come i responsabili che le guidano, – fa chiarezza – ci organizzeremo però perché la F1 metta a disposizione tecnologie e competenze, e viceversa».
Nessun rischio di cannibalizzazione.
«Sono mondi affini ma complementari, – ha commentato – non si pestano i piedi. Abbiamo previsto sinergie, inizieremo a lavorarci a fine estate. Daranno un’ulteriore spinta alle moto, porteranno dei vantaggi a tutti, Liberty ha fatto un grosso investimento e ha idee chiare».
Per le due ruote, il Far East rappresenta il mercato fondamentale, mentre l’America resta strategica anche per questo settore. Carmelo Ezpeleta e suo figlio Carlos sono al lavoro per costruire pacchetti commerciali e a ridisegnare l’aspetto sportivo.
La ricetta del successo: giovani e donne
La F1 moderna ha saputo reinventarsi completamente. Il pubblico è costituito per quasi il 50% da donne e da giovanissimi. Serve capire dove vanno le direttrici di comunicazione e di coinvolgimento.
«Qualche anno fa la F1 ha stravolto il linguaggio per attirare giovani, – ha detto nell’intervista. – Con progetti come la serie Netflix e altro, l’età media si è abbassata clamorosamente. Ora anche con il film».
Un colpo da Oscar del marketing, a tal punto che il successo ha colpito anche Domenicali.
«Ero sicuro che il film avesse successo negli Usa, – commenta. – Ma mi hanno stupito gli incassi in Europa ed è stato un successo pure tecnologico. La Apple ha sperimentato e potrebbe essere un partner importante per progetti futuri».
Obiettivo Net Zero 2030
Formula 1 sprint verso la sostenibilità: -26% di emissioni
La Formula 1 accelera sulla sostenibilità: -26% di emissioni rispetto al 2018, con obiettivo Net Zero al 2030. Il piano include carburanti avanzati, logistica efficiente e innovazioni con impatto anche sull’automotive.
Red Bull, McLaren e Ferrari: le lezioni del paddock
Il licenziamento di Christian Horner dalla Red Bull dopo 20 anni rappresenta un terremoto nel paddock.
«Non entro nel merito, non è il mio ruolo. Ha lasciato il segno, ha vinto tanto, – osserva Domenicali. – Questa decisione avrà effetti sportivi, di mercato, e porterà a cambiamenti di personale. È tutto fluido, nessuno può pensare che le posizioni raggiunte siano garantite per diritto divino. Bisogna restare sul pezzo, è uno degli aspetti più affascinanti del nostro sport».
La McLaren rappresenta invece la storia di successo più clamorosa.
«Due anni fa la McLaren in Bahrain era nelle ultime file, – ha detto il CEO della Formula 1 – il tetto alle spese ha tolto le diseguaglianze. Contano le scelte giuste nel formare un gruppo di talenti, il one-man-show non esiste più. La McLaren insegna che nei momenti di difficoltà non bisogna disperarsi: se hai persone e strumenti adeguati, le cose cambiano in fretta».
Il merito va ad Andrea Stella e Zak Brown, leader di una squadra che incarna lo spirito di questa F1: dinamica, giovane, sorridente. Una lezione che dovrebbero apprendere anche in Ferrari.
«Con tempi e risorse giuste i risultati arrivano, – ha dichiarato Domenicali nell’intervista. – Ci sono stati cambiamenti importanti e bisogna lasciare che gli ingranaggi girino. I vertici della Ferrari hanno sicuramente gli elementi per prendere le decisioni giuste, e sicuramente le prenderanno nella logica della continuità e della necessità di avere il tempo di mettere in pista la macchina in progettazione».
Ferrari sta vivendo un matrimonio che finora è complicato. Una storia divina per la F1 quella tra la Rossa e Lewis Hamilton, che si trova però a fare i conti con una situazione al di sotto delle aspettative.
«Dal punto di vista sportivo Leclerc gli sta sempre davanti, – ha commentato – ma Lewis deve adattarsi alla macchina. Non bastano i soldi, i titoli e le stelle. Ha una sfida clamorosa con sé stesso: vincere l’ottavo Mondiale e farà di tutto per realizzarla».
L’ispirazione di Sinner
Chiusura dedicata a Jannik Sinner, “amico della F1” che insegna molto al mondo dei motori. «Ci stimola a guardare sempre in alto, – ha dichiarato il CEO. – Sa salire su quelle cime dove tutti vorrebbero buttarti giù».
Una lezione di determinazione che la Formula 1 di Domenicali ha fatto propria nella sua corsa verso nuovi record di audience e fatturato.