di
Mario Gerevini
Un gruppo di fidatissimi potrebbe prendere il timone prima della piena operatività della nuova governance: il futuro statuto che governerà l’azienda depositato da un notaio, sei categorie di azioni per garantire la gestione
Il compagno e manager Pantaleo Dell’Orco (72 anni, consigliere delegato), l’imprenditore “esterno” Federico Marchetti (56, fondatore di Yoox) e i familiari più stretti: Silvana (69 anni) e Roberta (54), figlie del fratello Sergio scomparso anni fa; la sorella Rosanna (86) e suo figlio, Andrea Camerana (55). È questo il ristretto gruppo di fidatissimi “armaniani” che raccoglierà l’eredità di Re Giorgio e accompagnerà l’azienda verso il futuro.
Il passaggio chiave
Sono già tutti nel consiglio di amministrazione della capogruppo ma un’altra figura “tecnica” centrale nella transizione potrebbe essere Irving Bellotti, banchiere di Rothschild, componente del board della Fondazione Armani. Un comitato ristretto potrebbe prendere il timone fino alla definitiva operatività della nuova governance. Il passaggio chiave è ovviamente la successione: il patrimonio è stimato tra gli 11 e i 13 miliardi.
Il notaio e la fondazione
Il fondatore ha preparato per tempo, e depositato da un notaio, lo statuto della “nuova” Armani. E c’è un testamento. Quando sarà aperto, si avrà la risposta alla domanda delle domande: chi riceverà il 99,9% della Giorgio Armani spa? Di sicuro la Fondazione Armani (titolare del restante 0,1%) avrà un ruolo centrale. Ma nel futuro statuto sono previste sei categorie di azioni il che conferma l’esistenza di una pianificazione già pensata nel dettaglio.
Dal 2021 il gruppo ha realizzato quasi 600 milioni di utile che in parte è affluito come dividendo all’azionista. È questa la più importante fonte di reddito che avranno gli eredi.
Statuto e continuità
Nell’ottobre del 2023 il Corriere rivelò lo statuto della futura Giorgio Armani spa che avrebbe governato il gruppo, all’insegna della continuità, alla scomparsa dello stilista. Approvato in un’assemblea del 2016 e integrato a settembre 2023 con l’introduzione delle azioni senza voto, lo statuto sarà formalmente adottato – si legge nel verbale di quella riunione – «con effetto dalla data di apertura della successione del signor Giorgio Armani». È l’architrave societario su cui si innesta l’eredità. E non essendoci quote di legittima da soddisfare, l’imprenditore nel testamento ha potuto disporre di tutto il suo patrimonio.
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Sei categorie di azioni
Andiamo più nel dettaglio dello statuto. Dalla A alla F sono previste sei categorie di azioni, oltre alle due senza voto introdotte successivamente. I soci A avranno il 30% del capitale, quelli F il 10%, tutti gli altri il 15% a testa. Ma ogni azione A darà diritto a 1,33 voti e ogni F a 3 voti. Dunque A+F pur con il 40% del capitale avranno oltre il 53% dei voti nelle assemblee. Inoltre i soci A hanno diritto di nominare tre consiglieri, tra cui sarà scelto il presidente, e gli F due consiglieri, tra cui verrà tratto l’amministratore delegato, su un board fissato a otto membri. È assai probabile che in queste due categorie di azioni si collocherà la Fondazione Armani. Tanto più che i consiglieri A e F hanno poteri determinanti in consiglio nelle decisioni strategiche (piani industriali, acquisizioni/cessioni oltre i 100 milioni, marchio, ecc).
L’opzione Borsa
Basta invece la maggioranza assoluta dei presenti in cda per l’approvazione del bilancio e «decorso il quinto anno successivo all’entrata in vigore del presente Statuto quotazione delle azioni della società su un mercato regolamentato». Per fusioni, scissioni, modifiche dello statuto, aumenti di capitale occorre il 75% dei voti in assemblea straordinaria. Sulle retribuzioni serve «almeno il 51%» altrimenti «agli amministratori non viene attribuito alcun compenso». Per le scelte dei responsabili Stile Uomo e Stile Donna la procedura coinvolge tutte le categorie ma anche qui, di fatto, A e F hanno un determinante potere di veto.
I «Principi fondanti»
L’articolo 4 («Oggetto. Principi fondanti») più di ogni altro indica la strada. Quei principi in parte introdotti anche nella Fondazione ma che qui, in una Spa operativa, hanno il valore di un vincolo di continuità morale e industriale. «Adeguato livello di investimenti», «gestione finanziaria equilibrata», «reinvestimento degli utili»; «diversificazione e segmentazione dei diversi marchi aziendali, mantenendo coerenza nell’attività stilistica, di immagine, di prodotto e di comunicazione»; «attenzione a innovazione, eccellenza, qualità e ricercatezza del prodotto»; «cauto approccio ad acquisizioni» e solo per «sviluppare competenze non esistenti internamente (…)»; «priorità allo sviluppo continuo a livello globale del nome Armani». Linee guida inderogabili che Giorgio Armani ha voluto tramandare.
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5 settembre 2025 ( modifica il 5 settembre 2025 | 15:11)
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