Quando arriva in redazione ha un sorriso smagliante. Vicky Piria è una ragazza come tante che, tra tante, è riuscita a fare della propria passione la sua ragione di vita. A quasi 32 anni è una pilota esperta e nota nel settore e oggi ricopre anche un secondo ruolo. “Da bambina facevo equitazione, mi piaceva molto – racconta -. Un giorno mio padre portò mio fratello a provare i go kart. Lui era un super appassionato delle mono posto. Io mi ritrovai lì a guardare mio fratello, presa dalla competizione di mostrare a mio padre che potevo batterlo ci sono salita anche io”. E non è più scesa. Oggi Vicky gareggia, principalmente in endurance, ma fa anche la commentatrice tecnica per le gare di Formula Uno con Sky.
Una mosca bianca in un modo di maschi
Ma quello della pilota donna è un percorso complesso? “In Italia rispetto ad altri paesi del nord Europa è molto diverso – spiega -. Oggi per esempio nel Regno Unito è pieno di donne che corrono in auto, in Italia mancano tanti volti femminili. Ancora di più quando ho iniziato io, ero una mosca bianca. Ho iniziato a 8 anni, 10-11 quando ho iniziato le gare e tra bambini non ci sono grandi pregiudizi. È quasi sempre stato normale e mi sono sempre presa la responsabilità di aver scelto un percorso prevalentemente maschile. L’ho sempre accettato, perché se non lo accettavo io non lo avrebbero accettato gli altri”. Però prevalgono ancora gli uomini: “Prevalgono gli uomini perché sono più uomini che nascono con questa passione e meno bambine che sono interessate – prosegue -. È vero che il motivo è perché non ci sono esempi, nella Formula Uno ci sono 20 uomini. Quando mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande difficilmente dicevo voglio fare la pilota di Formula Uno perché per me non era possibile, non c’erano esempi ed è come se non potessi sognarlo. Più donne ci saranno più esempi positivi ci saranno per le bambine”.
Dopo Senna c’è più sicurezza
Il suo è un lavoro complesso, spesso ci si dimentica che chi gareggia in auto non è solo un pilota ma anche un atleta. “Ci vuole freddezza, quella che ho sempre rincorso – aggiunge Vicky -. Fare la pilota è una vera sfida fatta di adrenalina, ansia da prestazione che se controllata è positiva. Fisicamente le macchine da corsa sono difficili da guidare, al di sotto della Formula Uno le monoposto non hanno servo sterzo”. Non ha mai avuto paura di farsi male, immancabile quella di fallire. Di incidenti ne ha avuti, alcuni anche dolorosi: “Credo, però, che oggi, dopo Senna, le auto e le corse in generale siano davvero molto più sicure”.
“Ho avuto un papà coraggioso”
Dietro questa vita al volante e questa passione c’è stato suo papà che ha le trasmesso un sogno. Un papà (e una mamma) indubbiamente coraggioso: “È bello sentirsi dire che ho un papà coraggioso, è stato un papà con una grande capacità di sognare. Era mio papà che mi accompagnava, avevo un rapporto con lui che le mie amichette non avevano con i papà. Mi aiutava a mettere i capelli nella tuta, mi allacciava il casco. Mi segue ancora, insieme a mia mamma, anche lei coraggiosa. Ma ancora non riescono a guardare le partenze. Per loro è un’agonia tutte le volte”.
Le previsioni sul Gp di Monza
A Monza vestirà i panni della commentatrice tecnica, un ruolo quasi nuovo: “Per me l’esordio in tv è stata la cosa più naturale del mondo, ho sempre guardato la Formula Uno e ho corso nelle stesse piste e negli stessi giorni. Si tratta di parlare della mia più grande passione, poi l’aspetto televisivo lo sto ancora imparando”. Pronostici? “Il Gp di Monza è una bomba. Mi ricordo come fosse ieri la prima volta che sono andata in tribuna. Ora ho l’immenso onore di poterla raccontare. Non vedo l’ora, ti dà una carica pazzesca. Tutte quelle persone che fanno l’invasione in pista sotto il podio. Succede solo a Monza. Sei in un’altra dimensione. Io credo che Ferrari si inventa sempre qualcosa a Monza, riserverà sorprese. Mi aspetto una Ferrari protagonista e una gara spettacolare perché Monza con questi grandi rettilinei e tante opportunità di sorpasso”.