di
Paola Pollo

Pugliese, ultimo di cinque fratelli, arrivò a Milano a dieci anni. Lui e la nipote dello stilista sono i successori designati

Da quasi mezzo secolo Pantaleo Dell’Orco — per tutti semplicemente Leo — è la figura discreta ma fondamentale accanto a Giorgio Armani. Nel lavoro e nella vita. In ufficio e a casa. In sfilata e in vacanza. Compagno sempre attento, in parole e gesti. E designer, confidente e silenzioso, oggi a 73 anni è anche uno dei due successori designati dallo stilista, insieme alla nipote Silvana Armani. Alla guida della linea femminile lei, riferimento per il mondo uomo lui. Un equilibrio perfetto, costruito con pazienza e determinazione.

Originario di Bisceglie, in Puglia, il più piccolo di cinque fratelli, Dell’Orco arriva a Milano, con mamma e nonna, a dieci anni, in una città che guarda con diffidenza i meridionali. Il suo sogno da ragazzo è quello di diventare calciatore — arriva persino alle giovanili del Milan — ma il destino gli riserva un altro percorso anche se lo sport gli resterà per sempre dentro e da anni non perde incontro della Olimpia Milano Basket di cui è presidente.



















































Un giorno, è il 1970, in un giardino milanese in via Tiraboschi, il cane di un suo amico incrocia quello di Giorgio Armani. Leo ha 24 anni e lavora alla Snam come disegnatore industriale. Un incontro casuale che cambia la sua vita. E non solo. Inizia a collaborare con il giovane Armani, in un’azienda che è poco più di un appartamento con quattro scrivanie. Accanto al designer e al socio Sergio Galeotti, Dell’Orco vive la nascita di uno stile che rivoluziona la moda italiana. E mentre il mondo scopre l’eleganza senza tempo di Armani, Leo contribuisce in modo silenzioso, ma costante, a definirne i codici estetici. Non gli piace farsi notare. Non è nel suo carattere. E resta accanto al creativo, in un misto di timidezza e rispetto.

Il loro rapporto professionale si costruisce in una profonda fiducia reciproca. Ma «Leo» non è un semplice esecutore: esprime sempre con fermezza le proprie idee, anche quando questo significa confrontarsi direttamente con Giorgio. Memorabili i suoi interventi, nelle conferenze stampa del post sfilate, quando come un «grillo parlante» esprime i suoi disappunti su quello che vede nelle sfilate di altri: più per sottolineare la grandezza di Armani che per denigrare i colleghi. Il suo nome resta nell’ombra, pubblicamente. Ma nel 2021, al termine della sfilata uomo primavera/estate, Armani lo vuole accanto a sé: escono in passerella alzando le mani al cielo, unite. È la consacrazione come braccio destro. Creativo ma anche attivo nella gestione dell’azienda: studia, ascolta, osserva ma sopratutto interpreta lo stile armaniano senza sbavature. Insieme i due condividono tutto: dalla passione viscerale per la moda e per il lavoro, alle vacanze fra Pantelleria e Saint Tropez, Forte dei Marmi e Saint Moritz e poi, negli ultimi anni, i Natali ad Antigua. Accettando le amicizie di una vita di entrambi: per dell’Orco, la coppia dell’ex calciatore Massimo Brambati e la compagna Corinna Dentone; per Giorgio, Fabio Belotti e la moglie Daniela Morera. Sono le tre coppie indivisibili, da anni.
In questo agosto così tormentato Leo è stato accanto a Giorgio, ancora una volta e per sempre. Dopo quasi mezzo secolo.

6 settembre 2025 ( modifica il 6 settembre 2025 | 07:36)