Prosegue la faticosa trattativa sui dazi tra Stati Uniti e Unione europea, con l’intesa sulla tariffa al 15%, ormai considerata accettabile dal Vecchio continente, al centro di un modello che prende lentamente forma ma che non è ancora delineato nella sua interezza. L’accordo, filtra da fonti europee, sembra “a portata di mano”, anche se la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen ripete che la soluzione dovrà essere “soddisfacente” per Bruxelles. Anche Donald Trump si sbilancia: le cose stanno “andando bene con l’Ue”, ha detto nelle scorse ore. Prima di partire per la Scozia, ha aggiunto che c’è il 50% di possibilità che gli Usa raggiungano un accordo commerciale con l’Unione Europea. Mentre al suo arrivo ha assicurato: “L’accordo sui dazi con l’Ue sarà quello più grande di tutti”. Proprio in Scozia, domenica, ci sarà un bilaterale tra Trump e von der Leyen. “Dopo una buona telefonata con Trump abbiamo concordato di vederci in Scozia per discutere delle relazioni commerciali transatlantiche e di come mantenerli forti”, ha scritto su X la presidente della Commissione Ue. “Non vedo l’ora di incontrare Ursula von der Leyen domenica, è una donna molto rispettata”, ha detto il leader Usa al suo arrivo in Scozia (dove trascorrerà alcuni giorni tra golf e diplomazia, con colloqui anche con il primo ministro britannico Keir Starmer). “Sono in corso intensi negoziati tecnici e politici tra l’Ue e gli Usa. I leader faranno ora il punto della situazione e valuteranno la possibilità di raggiungere un risultato equilibrato che garantisca stabilità e prevedibilità alle imprese e ai consumatori su entrambe le sponde dell’Atlantico”, ha poi spiegato Paula Pinho, portavoce della Commissione Ue, in vista del vertice in Scozia.

I punti critici della trattativa sui dazi Usa-Ue

Il cammino verso l’accordo finale resta costellato di punti critici, a partire dalla volontà di Washington di mantenere i dazi su acciaio e alluminio al 50%, punto dolente per Bruxelles. Poi c’è l’abbassamento della tariffa dal 27,5% al 15% alle auto europee, che per ora non ha il via libera di Trump. Le esenzioni settoriali, dagli alcolici ai prodotti agricoli, dall’aeronautica ai dispositivi medici, restano un altro elemento delicato della trattativa.

La risposta dell’Ue in caso di mancata intesa

La cautela è quindi d’obbligo, come ha messo bene in chiaro Ursula von der Leyen durante il suo viaggio a Pechino. “Siamo molto chiari che tutti gli strumenti sono sul tavolo e rimarranno sul tavolo finché non avremo un risultato soddisfacente”, ha detto riferendosi anche allo strumento di anti-coercizione europeo e all’eventuale web-tax. Intanto a Bruxelles, nel Comitato barriere commerciale, a “larga maggioranza” i Rappresentanti dei 27 hanno dato via libera alla lista unica di controdazi che l’Ue, in caso di mancata intesa, farà scattare dal 7 agosto. Il pacchetto, da 93 miliardi, non entrerebbe subito in vigore nella sua interezza. La prima tranche da 21 miliardi, messa a punto contro acciaio e alluminio scatterebbe ad agosto, mentre la seconda parte sarebbe operativa gradualmente dal 7 settembre (e completata dal 7 febbraio 2026), nel rispetto delle norme del Wto. 

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