La bara chiara al centro davanti a una distesa di lanterne

(di Paola Pollo) Nella grande sala del teatro, la bara chiara è al centro davanti a una distesa di lanterne; due corazzieri all’entrata e due vigili sotto allo stendardo di Milano. Le note del piano di Ludovico Einaudi risuonano e sullo sfondo la foto di Armani all’uscita di uno dei suoi show mentre saluta e la frase che è il suo testamento: «Segno che spero di lasciare un impegno, rispetto rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia», poi la sua indimenticabile firma. 

Ci sono Leo Dell’Orco e il nipote dello stilista Andrea Camerana ad accogliere ad una ad una le persone che rendono omaggio allo stilista. John Elkan e sua moglie Lavinia Borromeo sono i primi ad entrare. Con i dipendenti che accedono da un’entrata privilegiata. La commozione è tanta. E anche la dignità di tutti. Composti come avrebbe voluto lui. Alla fine del lungo corridoio che porta al teatro ci sono le corone di fiori bianchi, non c’era altro colore per lui. C’è il cuscino di orchidee dell’equipaggio del Main, il suo yacht. Il cesto dei dipendenti e dei manager. E continuano ad arrivare. Quattro grandi libri neri con il ritratto di Armani sono posati sulla destra. La gente si ferma e scrive, parole di stima e affetto.

Le prime conferme di chi arriverà in giornata: Matteo Marzotto, Bonfiglio, Fabio Fognini e Flavia Pennetta, Donatella Versace, Aurelio e Jacqueline De Laurentiis, Margherita Buy, Isabella Ferrari, Mario Monti, Giuseppe Tornatore, Beppe Salla, Feancesca Malagò, Beppe Fiorello, Valeria Mazza, Graeme Black, Ettore Messina, Massimo Lopez, Alessandro Preziosi, Maria Grazia Cucinotta, Stefano Pilati, Mohamed Alabaar, Fuksas.