Prima di cominciare il confronto Sinner-Alcaraz, un tuffo nel passato. Il primo incrocio tra i due ragazzi terribili del tennis mondiale (23 e 22 anni), nel 2019, risale al Challenger di Alicante. Jannik è reduce dalla vittoria nel Challenger di Bergamo, che l’ha rivelato al mondo (in quell’occasione rilascia la prima di molte interviste al Corriere della Sera), Carlos è un prodigioso sedicenne spagnolo che promette faville. Vittoria in tre set per quest’ultimo, che impressionò Jannik: «Mi accorsi subito che quel tipo era particolare. Alla fine della partita mi avvicinai e gli chiesi: ma tu quanti anni hai…?». In effetti Alcaraz, fisicamente e come tennis, all’epoca ne dimostrava dieci di più.
L’ultimo vero confronto Atp fra i due risale a Wilmbledon, gran finale della brevissima stagione sull’erba. Allo swing americano, Jannik si è presentato con la leadership conservata a dispetto della stagione bella e complicata in cui ha dovuto fare i conti con il caso di positività al Clostebol. Alcaraz in un primo momento si è dimostrato piuttosto freddo nei confronti dell’avversario, nonostante i rapporti da sempre distesi fra i due: «Credo nello sport pulito, sono abbastanza sicuro che ci sono molte cose che non sappiamo all’interno del team», le parole dello spagnolo, tornato sull’argomento dopo il ricorso presentato dalla Wada contro l’assoluzione dell’altoatesino: «È un momento difficile per lui, perché tutti ne parlano. Probabilmente la gente ha iniziato a guardarlo in un modo differente». Ma poi, a Riad e in altre circostanze nel corso di questa stagione, i rapporti tra i due sono stati cordialissimi, a dimostrazione dell’esistenza di un doppio binario di verità: le parole e i fatti.