Una protesta che, certamente, si farà sentire e vedere. La piazza verrà riempita di barche di cartone (realizzate con il supporto del maestro Enrico Mason). Ai presenti verranno distribuite coccarde con i colori della Palestina.
Succederà a Monza oggi, sabato 6 settembre, alle 16 in piazza Citterio. Lì, in quella piazza dove svetta il “Re de Sass”, e che a quell’ora verrà invasa anche dai primi tifosi che usciranno dall’autodromo per raggiungere il centro e la stazione proprio passando da quella piazza.

I promotori (e chi la sostiene) 

L’iniziativa a sostegno della Palestina e dell’iniziativa Glob Flotilla è stata promossa dalla Cgil e si svolgerà in tutta Italia. A Monza, naturalmente, visto l’evento della Formula 1 avrà certamente un richiamo internazionale. La piazza si riempirà, oltre delle barche di cartone, anche delle bandiere della Cgil, della Palestina e delle organizzazioni politiche e di volontariato che hanno abbracciato il progetto (attualmente a Monza sono Anpi, Uil Monza e Brianza, Libera Monza e Brianza, Pci Monza e Brianza, Arci Scuotivento, Sunia Monza e Brianza, AvS Monza e Brianza, Pd Monza e Brianza, Diritti Insieme, Alisei, Auser, CDC Monza e Brianza, Monza per la Pace).

I motivi della protesta 

“In questi giorni, il governo e l’esercito israeliano stanno realizzando a Gaza e in Cisgiordania una delle più gravi negazioni del diritto umanitario e internazionale – fa sapere la Cgil in una nota ufficiale -. Il governo israeliano ha deciso di proseguire l’assedio della striscia di Gaza con un’ulteriore escalation militare che prevede lo sfollamento della popolazione palestinese in impossibili campi profughi privi di sicurezza, di cibo, di acqua e di assistenza sanitaria, per poi rioccupare quel territorio trasferendo la popolazione. Il vero obiettivo del governo israeliano è quello di eliminare ogni fattibilità dei ‘due stati per i due popoli’ e la possibilità stessa di esistenza dello stato palestinese che molti governi ora, con colpevole e grave ritardo, dicono di voler riconoscere. Il governo israeliano mette anche in conto il sacrificio della vita degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, utilizza la fame come arma di guerra e straccia il diritto internazionale che rimane l’unica garanzia su cui costruire pace e sicurezza comune. Un vero e proprio punto di non ritorno”.

“Non possiamo accettare in silenzio”

Da qui l’invito alla mobilitazione. “Non possiamo più accettare che vengano uccisi impunemente bambini, donne, operatori umanitari, sanitari e giornalisti e che continui la distruzione delle infrastrutture civili rimaste, a partire da ospedali e scuole – conclude -. Per queste ragioni, sosteniamo l’iniziativa umanitaria e non violenta promossa dalla Global Sumud Flotilla, partita dal basso, mobilitando singole persone di ogni parte del mondo per rompere l’embargo e l’isolamento della popolazione palestinese di Gaza, assediata ed affamata”.