Jesolo, 5 settembre 2025 – Un episodio che ha dell’incredibile, anche se purtroppo non è un caso isolato, ai danni di un’opera d’arte. E’ avvenuto alla galleria d’arte Orler di Jesolo (Venezia), dove una bambina di 5 anni, incurante del valore e della fragilità dell’installazione, ha danneggiato una scultura in oro 24 carati del maestro Carlo Pecorelli. Il fatto risale allo scorso 1 settembre, ma è stato reso noto solo oggi e ha rapidamente attirato l’attenzione mediatica, sollevando dibattiti sulla tutela delle opere e la sorveglianza nelle esposizioni. “Purtroppo è successo”, dice l’artista. “Certo che mi dispiace, ma sono consapevole che non è la prima volta che succede. Non sono certo il primo”. Il costo dell’opera è di “30mila euro, ma il danno poteva essere molto peggiore”, spiega il maestro Pecorelli, dato che accanto al suo ragno dorato ci sono la tela bianca di Castellani (200mila euro) e l’opera di Boetti (295mila euro): quasi 500 mila euro, appunto.

La protagonista è una bambina di nazionalità polacca che, sfuggita al controllo della madre, ha trasformato lo spazio espositivo in un parco giochi. La sua attenzione è stata catturata da una tela bianca di Enrico Castellani, un’opera di grande valore stimato in circa 200mila euro. Con una matita in mano, ha cercato di raggiungerlo. Per fare ciò, si è arrampicata su una scultura vicina, l’“Atena dorata” del maestro Carlo Pecorelli, appunto, raffigurante un ragno dorato.

La temerarietà della piccola ha avuto conseguenze disastrose: la bimba ha danneggiato una delle fragili zampe del ragno. L’allarme è scattato immediatamente e il titolare della Galleria d’arte Orler, Marco Orler, è intervenuto tempestivamente per fermare la bambina, evitando danni ulteriori sia all’installazione sia alla tela di Castellani, che fortunatamente è rimasta illesa.

L’incidente si è risolto con un accordo tra le parti. La scultura danneggiata è stata sostituita con un’opera simile, mentre la famiglia della bambina si è impegnata a risarcire il danno, sebbene l’ammontare sia rimasto riservato.

I precedenti

Non è la prima volta che si registrano danni a opere d’arte contemporanea causati da comportamenti inconsapevoli. La mente corre subito al recente caso di Bergamo, quando destò allarme un bimbo con la pistola a cavalcioni sulla statua di Garibaldi. In quel caso però si trattava di una provocatoria istallazione di Maurizio Cattelan, proprio a denunciare la disattenzione verso l’arte. Convinti di trovarsi di fronte ad un ragazzino in carne e ossa molti cittadini lanciarono l’allarme. Purtroppo il caso di Jesolo non è uno scherzo. 

Reale anche l’episodio di Bologna, quando un uomo mandò in frantumi l’opera ‘Porcelain cube’, del valore di 260mila euro, dell’artista cinese di Weiwei durante il vernissage della mostra ‘Who am I?’ a Palazzo Fava. Per questo Vclav Pisvejc, il 57enne della Repubblica Ceca, è stato condannato a un anno e quattro mesi e a 2.000 euro di multa.

L’Atena dorata di Pecorelli: il significato

Le misure della scultura esposta a Jesolo sono 50×70, ma ne esiste un altro esemplare 400×600. “Il ragno ha in comune con la formica il fatto di essere protagonista di quelle metamorfosi che hanno fatto da tema a tragedie greche e opere classiche della cultura occidentale – spiega l’artista -. Il ragno è oggetto di varie interpretazioni a seconda della cultura di riferimento: si va dalla chiave psicoanalitica a quella mistico-religiosa”. Lo scultore interpreta il significato di essere generatore di vita, la Grande Madre creatrice che determina il destino attraverso ciò che nasce da lei. Non a caso il termine “aracnide”, famiglia a cui appartiene il ragno, assume etimologicamente il significato di “sole sorgente, l’oriente, il punto da cui nasce il giorno”. Ne esiste inoltre un progetto alto 25 metri che “avevo preparato come il ragno più grande del mondo, per il lungomare di Jesolo. Ma il progetto è fermo in comune”, Conclude Pecorelli.