I video fuorionda pubblicati da La Verità sulle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) riaccendono il dibattito sulla gestione della pandemia. Le registrazioni mostrano pressioni politiche, strategie comunicative e decisioni non sempre fondate su criteri scientifici. Ai microfoni di Radio Radio, i professori Carlo Iannello e Alberto Contri hanno commentato con parole dure le rivelazioni emerse.

Fuorionda e pressioni politiche

I filmati mostrano il virologo Franco Locatelli proporre un “allineamento” con AIFA e Consiglio Superiore di Sanità per evitare divergenze pubbliche. Una logica che sostituiva la scienza con la convenienza politica. Il costituzionalista Carlo Iannello ha osservato: “C’è sia l’esigenza di essere unanimi all’interno del CTS, non sia mai ci dividiamo… ma l’unanimità non è soltanto dei membri del CTS, ma di tutte le istituzioni”. Un approccio che, a suo dire, richiama il principio d’autorità medievale, ma con un paradosso: “All’epoca l’autorità era Aristotele, uno dei più grandi pensatori dell’Occidente. Oggi da chi è dato il principio d’autorità? Dai membri del CTS o dai politici?”.

Narrazione ufficiale e realtà taciute

Le riunioni segrete del CTS confermano anche quanto denunciato da diverse parti: divergenze interne mai rese pubbliche, mentre all’esterno venivano ribadite certezze assolute. “Si capisce che è stata tutta una burla” – ha dichiarato Alberto Contri – “perché in seguito a decisioni sulle quali loro non erano d’accordo, sono stati fatti lockdown, green pass, tutte le imposizioni sulla libertà personale”. Il professore di comunicazione sociale ha sottolineato l’ipocrisia di chi “masticava amaro” in privato ma difendeva pubblicamente l’efficacia e la sicurezza dei vaccini, mentre medici critici venivano irradiati.

Sicurezza dei vaccini e “pietra tombale”

Le registrazioni hanno riportato alla luce le pressioni del Ministero della Salute per abbassare l’età di somministrazione di AstraZeneca e Johnson&Johnson, nonostante i dubbi interni. Un contesto che si intreccia con la tragedia di Camilla Canepa, 18 anni, deceduta dopo AstraZeneca. Lo stesso immunologo Abrignani ammetteva che riconoscere problemi di sicurezza “sarebbe la pietra tombale”, pur concedendo che “ogni tanto qualcuno morirà”.

Libertà, Costituzione e responsabilità

Il nodo centrale resta quello dei diritti costituzionali. “L’articolo 32 della Costituzione avrebbe dovuto impedire che ci fosse un obbligo vaccinale con sanzioni draconiane”, ha ricordato Iannello, citando le conseguenze vissute da chi rifiutava il vaccino: perdita del lavoro, esclusione dalla vita sociale. Un principio di equità della legge violato, secondo il conduttore, da istituzioni che imponevano obblighi che loro stesse non rispettavano. Contri ha evocato Orwell: “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”. Un parallelo che ben rappresenta la sensazione di disparità e impunità che aleggia ancora oggi attorno alla gestione dell’emergenza.