L’ultima volta che McElwee era stato alla Mostra del Cinema di Venezia era il 2011, quando aveva presentato il suo Photographic Memory assieme ad Adrian, che del film è protagonista. Durante la conferenza stampa, vediamo Adrian visibilmente a disagio quando gli chiedono se non abbia provato imbarazzo nel riguardarsi sullo schermo. Non è stato semplice, risponde al giornalista. Il padre lo porta con sé per farlo familiarizzare con un mondo, quello del cinema e dell’arte, che lo attrae molto e nel quale si cimenta in modo caotico. Nel tentativo di essere incoraggiante, forse gli arreca danno, dandogli aspettative irrealistiche sulla vita. Adrian è un adolescente nel 2011. Rimprovera il padre per la sua mancanza di talento per gli affari; perché non vuoi fare soldi? Perché fai questi film? Perché, visto che mi riprendi da sempre, non mi hai trasformato in una baby star? Il padre gli chiede – ma lo chiede a se stesso, prima di tutto – “Chi ti ha trasmesso questi valori?” Il bambino che si concedeva senza ritrosie, come in un gioco affettuoso, all’obiettivo del padre, è diventato un adolescente riottoso, introverso, complicato, che beve spesso troppo e comincia a sperimentare con le droghe. Sarà questa la causa della sua morte. Le dipendenze diventano via via soverchianti: alcool, eroina, Fentanyl, la sostanza che lo porterà alla morte per overdose nel bagno della casa paterna, durante un periodo di sobrietà illusoria. A Venezia il girato di Adrian, che Ross McElwee include in Remake, lo mostra bere cocktail e shot, papponeggiare sulle barche, con sottofondo di hip hop e montaggio da videoclip. Quando Adrian si riprende, lo fa con il piglio dell’amatore che considera interessante la sua vita per il solo fatto che la sta riprendendo: lui in skate, lui in macchina, lui che scia, lui che beve, lui che si droga. Non c’è nessun interesse per lo spettatore, nessuna volontà di conoscersi meglio attraverso la camera. La distanza dal padre – un padre che è abituato a usare il filtro della camera per riflettere su se stesso e su quello che lo circonda – si percepisce con chiarezza.