“Devi andare, Nì” di Antonella Carta segue le peripezie di Nino, abbandonato alla nascita, affamato di vita e di riscatto, forse salvato dall’amore per Dela. La vita, però, continua a chiedergli il conto… Una riflessione sulle migrazioni, sulla solitudine e sulla solidarietà. Con un finale sorprendente
Un romanzone d’appendice d’altri tempi, una saga familiare con ingredienti tutt’altro che insapori per chi, in un libro, cerca prima di tutto un intreccio coinvolgente, che non molla mai la presa, una lettura magnetica, con tanto di epilogo stupefacente, a effetto. Antonella Carta è al terzo romanzo, quindi è un’autrice già collaudata e smaliziata, ma l’ultimo che ha consegnato all’editore Mursia merita luci dei riflettori e lettori incalliti, di quelli che s’identificano con i personaggi dopo poche pagine, e che si fanno accompagnare da loro in modo totalizzante, rubando ogni attimo alla propria giornata per poterli incontrare di nuovo.
Tra Sicilia e Argentina
Devi andare, Nì (412 pagine, 18 euro) è un’opera di grande sensibilità, che oscilla tra il cuore della Sicilia e l’Argentina, lungo una direttrice ben nota alla storia, una via della speranza, una strada del riscatto. La vicenda orchestrata da Antonella Carta è per lunghi tratti struggente e carica di istanze sociali, di riflessioni sulla giustizia e sulla solidarietà, di osservazioni sui flussi migratori che, dalla notte dei tempi, hanno costellato la storia dell’umanità. Un romanzo corale – con una moltitudine di figure – che intreccia con sapienza un caleidoscopio di sentimenti, di pari passo con le avventure e le disavventure di Nino, abbandonato dopo la nascita, ritrovato da alcune suore, accolto poi da una famiglia, in cui non si integrerà mai davvero; un romanzo che è un filo teso fra tragedia e salvezza, solitudine e ricerca di felicità.
L’amore potrebbe…
Quando Nino scopre la verità sulle proprie origini, scatta prestissimo il secondo tempo della sua esistenza, quello in cui provare a praticare l’arte della gioia, nonostante l’abbandono e il bisogno d’amore siano un marchio sulla sua anima. L’amore per Dela potrebbe essere la svolta di tutto, ma le acrobazie del destino sembrano chiedere all’infinito un conto salatissimo al ragazzo che nasconde dietro un sorriso perenne i propri guai, che sdrammatizza sempre; chiedono, quelle acrobazie, di cambiare strada, di rinnegare principi e valori, di fare i conti con i segni del tempo.
Seguici su Instagram, Telegram, WhatsApp, Threads, YouTube Facebook e X. Grazie
Correlati