Dopo il deludente epilogo dell’Eurovision Song Contest 2025, che ha visto San Marino chiudere la classifica all’ultimo posto con l’esibizione in Tutta l’Italia di Gabry Ponte, nella Repubblica del Titano si valuta la possibilità di non prendere parte alla prossima edizione della manifestazione. Il Contest, in programma in Austria nel 2026 dopo la vittoria Johannes Pietsch in Wasted Love, potrebbe infatti determinare un clamoroso passo indietro, con la presenza del microstato che resta in bilico almeno fino a settembre.

Flop Eurovision, la decisione storica di San Marino

A lasciare intendere il possibile ritiro è stato lo stesso Direttore Generale di San Marino RTV, Roberto Sergio, durante la conferenza stampa tenutasi a Montecitorio per presentare i nuovi studi televisivi della Rete sammarinese e anticipare alcune novità del palinsesto autunnale, che sarà illustrato nel dettaglio il prossimo 6 ottobre. Riporta Ansa: “C’è ancora una discussione in atto – ha dichiarato apertamente Sergio – e non abbiamo ancora deciso se confermare la partecipazione. Il dialogo con l’EBU è aperto, e proseguirà fino a settembre, che rappresenta il termine ultimo per prendere una decisione definitiva“.

Dietro a questa esitazione, che appare storica dato l’impegno profuso dallo Stato per essere presente almeno alle semifinali di Eurovision Song Contest, risiederebbe una crescente insoddisfazione per il trattamento riservato ai piccoli Stati all’interno della kermesse continentale. San Marino, infatti, non è il solo a nutrire perplessità circa l’equilibrio e la trasparenza del sistema di voto, che da tempo viene percepito da alcuni partecipanti come influenzato da dinamiche politiche e logiche di blocco geografico. “insieme ad altri Stati, soprattutto quelli piccoli, non abbiamo capito e condiviso le modalità utilizzate per il voto delle giurie e dei telespettatori. […] Il voto delle giurie in alcuni casi pareva anche un po’ indirizzato politicamente, un’altra sfumatura che abbiamo colto in molti”.

Il caso San Marino solleva quindi interrogativi più ampi sull’effettiva inclusività di una manifestazione nata per celebrare l’unità culturale del continente, ma che negli anni ha mostrato zone d’ombra difficili da ignorare. La presenza costante di determinati Paesi ai vertici della classifica, unita alla difficoltà cronica per gli outsider di emergere, rischia di minare la credibilità stessa del concorso. Non dimentichiamo che, per San Marino, Eurovision è diventato un appuntamento immancabile ormai da tempo. E, negli ultimi anni, l’artista da mandare in gara è stato determinato da una competizione locale – Una voce per San Marino – che si è trasformata in una tradizione per tutti gli appassionati della manifestazione canora europea.

San Marino conferma Junior Eurovision Song Contest

Nessun dubbio, invece, circa la partecipazione al Junior Eurovision Song Contest 2025, in programma a dicembre in Georgia, e che vedrà San Marino tra i protagonisti sul palco. Una scelta, quella di San Marino RTV, definita “di buona volontà”, volta a mantenere vivo il confronto con l’EBU in un clima meno teso. “Vogliamo metterci in una condizione dialettica più serena”, ha precisato Sergio, sottolineando come il dialogo resti aperto, ma non incondizionato.

Se l’Eurovision 2026 dovesse davvero svolgersi senza la Serenissima Repubblica, si tratterebbe di un’assenza significativa, non tanto per il peso numerico quanto per il principio che essa rappresenta. L’edizione 2025, poi, è stata particolarmente improficua, con Gabry Ponte che ha chiuso in ultima posizione. Un piazzamento inatteso, viste le aspettative riposte in Tutta l’Italia – scelta anche come jingle del Festival di Sanremo 2025 – e che di certo ha indotto la Rete a pensare di fare un passo indietro in vista del 2026.