GROSSETO. «Quando iniziai a saltare con il paracadute da allievo, molti anni fa, il mare era un sogno. Pensavo: chissà se riuscirò mai a volare al mare». È l’ultimo pensiero che Sandro Bigozzi, 49 anni, ha affidato alla sua pagina di Facebook. Una pagina che non si fermava mai, esattamente come il suo titolare. E che documentava ogni avventura del paracadutista, kiter, velista grossetano. Che faceva sognare chiunque la seguisse: di poter volare, che fosse giù dal cielo, attaccato a un paracadute o sulle onde, appeso alla vela di un kitesurf.
Sandro Bigozzi
Sabato 6 settembre, l’ultimo volo: Sandro Bigozzi è morto, dopo essere precipitato da circa 1500 metri di altezza sulla superficie della scuola di volo Air Fly di Monte Compatri, ai Castelli romani.
Era in tandem con un amico paracadutista: le due vele si sarebbero intrecciate. Quando Sandro ha aperto il paracadute di emergenza era troppo tardi. È precipitato al suolo rimanendo ucciso sul colpo.
È una tragedia nel mondo del paracadutismo sportivo: aveva sulle spalle decine di migliaia di lanci e tutte le principali qualifiche nel settore.
L’incidente è successo nella mattinata di sabato 6 settembre all’aviosuperfice di Monte Compatri. Quando è suonato l’allarme, è arrivato subito il personale del 118, insieme ai vigili del fuoco e ai carabinieri della stazione di Colonna e della compagnia di Velletri.
I sanitari non hanno potuto fare altro che constatare la morte di Bigozzi. La salma è stata portata all’obitorio dell’ospedale di Tor Vergata, a disposizione della procura di Velletri.
L’uomo che ha fatto volare la Maremma
Sandro Bigozzi, affermato istruttore riconosciuto nell’ambito del paracadutismo sportivo italiano era conosciutissimo in tutta la Penisola e non solo.
Con una carriera costellata di migliaia di lanci e un portfolio completo di qualifiche, aveva ottenuto ampio rispetto e stima nella comunità, anche grazie a interviste come quella pubblicata da Rolling Stone Italia, in cui emergeva chiaro il suo entusiasmo per questa disciplina estrema.
Attivo con realtà come Skydive Maremma Fly a Scarlino, Bigozzi era considerato un punto di riferimento per tanti amatori e professionisti del settore. In Maremma, aveva regalato a tantissime persone il sogno di un volo sul mare dall’aereo, appesi a un paracadute.
L’amore per la moglie e le due figlie
Rappresentante per un’importante casa farmaceutica, Bigozzi lascia la moglie Francesca e due bambine piccole che erano la gioia del suo cuore.
Sandro Bigozzi sulla barca a vela
L’istruttore di paracadutismo era uno sportivo vero, un uomo che ha sempre reso la sua vita e quella della sua famiglia una bellissima avventura. Negli ultimi tempi si era dedicato anche alla vela. Il cielo, il mare: passioni senza confini quelle di Bigozzi. E la sua immancabile macchina fotografica, pronta ad accompagnarlo giorno e notte. Nel 2017, Bigozzi restò vittima di un incidente aereo a Cecina. Rimase vivo per miracolo.
Nel 2015 Sandro Bigozzi si concesse un regalo che pochi nipoti hanno avuto: si lanciò in tandem con il nonno 91enne, ex partigiano, per festeggiare il 2 giugno.
Il lancio che vide Sandro in coppia con il nonno Michele Marrini, fu un successo: con il paracadute da 4000 metri di altezza sull’aviosuperficie Costa D’Argento della Parrina, l’ex partigiano festeggiò la Repubblica.
Sandro se n’é andato facendo quello che amava di più: volare. La salma è all’obitorio dell’ospedale di Tor Vergata in attesa che il magistrato decida se disporre o meno l’autopsia.
Il cordoglio del sindaco
Tra le tantissime persone che hanno provato l’ebrezza di volare con Sandro Bigozzi, c’è anche il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, che lo ricorda con grande affetto.
Il sindaco con Sandro Bigozzi
«Ci sono notizie che non vorremmo mai ricevere – dice Vivarelli Colonna – Sandro Bigozzi, amico e paracadutista di grande esperienza e professionalità, ci ha lasciati troppo presto.
Con lui ho avuto l’onore di volare per la prima volta: un’esperienza unica, resa indimenticabile dalla sua competenza e dal suo sorriso. La sua passione per il volo era contagiosa, il suo entusiasmo, autentico.
Oggi perdiamo non solo un professionista, ma una persona speciale, amata da tanti.
Alla sua famiglia e ai suoi cari va il mio più sincero abbraccio, a nome mio e di tutta la comunità».