Sbarcheranno ad Ancona i 50 migranti salvati questa mattina nel Mediterraneo centrale dalla Life Support, la nave di Emergency impegnata nelle operazioni di soccorso. A bordo ci sono due donne, una delle quali incinta al nono mese, e dieci minori non accompagnati; gli altri sono uomini adulti. I naufraghi, provenienti da Sudan, Egitto ed Eritrea, si trovavano su un gommone in difficoltà in acque internazionali, partito ieri sera da Sorman, sulla costa libica. Nessuno indossava giubbotti salvagente.
“Non appena abbiamo individuato il gommone in difficoltà, che era in evidenti condizioni precarie, abbiamo messo in acqua i nostri mezzi di soccorso e ci siamo avvicinati al caso – spiega Jonathan Naní La Terra, capomissione della Life Support-. Una volta raggiunto, il nostro Sar team ha messo in sicurezza le persone distribuendo i giubbotti salvagenti e, quindi, ha portato in salvo tutti i naufraghi a bordo della Life Support. Durante il soccorso si è avvicinata un’imbarcazione della cosiddetta Guardia costiera libica, che però non ha interferito nelle operazioni. Ora il nostro staff – conclude – si sta prendendo cura delle persone soccorse e siamo ancora in area operativa, disponibili a ulteriori interventi in caso di nuove barche in difficoltà”.
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Alla Life Support è stato assegnato per lo sbarco il porto di Ancona, distante più di 800 miglia dalla zona operativa. “Anche questa volta, dunque, la prassi del governo di assegnare porti di sbarco distanti dalla zona operativa alle navi Sar della flotta civile costringerà la Life Support e i naufraghi a bordo diversi giorni di navigazione per arrivare a destinazione – dice Emergency -. Tutte le persone soccorse in mare, in quanto naufraghe e considerati il lungo viaggio e le difficoltà che hanno alle spalle, sono vulnerabili come tali devono essere considerate e per questo devono essere sbarcate in luogo sicuro nel minor tempo possibile, anziché a centinaia di miglia e giorni di navigazione di distanza”.