Ci voleva Ligabue per portare Las Vegas alla reggia di Caserta, accostare due luoghi così lontani e diversi l’uno dall’altro. La vista dal palco è sul palazzo reale disegnato da Vanvitelli padre e continuato dal figlio, ma dal palco partono immagini che raccontano della capitale dell’azzardo, della febbre del gioco, delle donne facili, degli uomini facili, delle vite facili che diventano durissime.
APPROFONDIMENTI
«La notte di Certe notti» celebra, davanti a 36.000 persone, i 30 anni di «Buonanotte Elvis», i 20 del primo concertone a Campovolo (e fotocopia la scaletta dell’ultimo), i 35 anni di carriera del cantautore. Che così riporta in scena, per la prima volta al Sud, schegge della sua vita artistica, come in un puzzle che non deve per forza combaciare alla perfezione, dove ogni tessera è un’evocazione, un racconto non per forza in ordine cronologico. Ci sono i compagni di sempre, i ClanDestino, La Banda e l’ultima formazione con Luciano Luisi alle tastiere e il figlio Lenny alla batteria. C’è Little Taver, il Kingo di «Radiofreccia». C’è, naturalmente, «capitan Fede», Poggipollini che marchia a fuoco con il suo assolo sulla sei corde la ripresa finale di «Certe notti». E brinda con il titolare, con Lambrusco, si intende, anche senza popcorn.
Nel passaggio da un gruppo ad un altro, dal suono elettrico all’acustico, dal periodo più narrativo e da storyteller a quello più mainstream e pop, Liga racconta le sue anime tenendole insieme, anche senza bisogno di ridurle tutte ad unità. Sullo schermo compaiono scritte ed immagini che cozzano con le luci rosse di Las Vegas. «Sopravvissuti e sopravviventi», diceva il disco del 1993 da cui sbuca «I duri hanno due cuori», poi c’è un Elvis pezzotto che celebra matrimoni, c’è la strada che porta dalla via Emilia al West, dalla pianura padana ai non luoghi chiamati casinò. Nella notte di Luciano è ancora e sempre «Il giorno dei giorni», è tempo di ribadire discorsi sull’emergenza climatica, il riscaldamento globale, il potere «rosa» (su «Le donne lo sanno» tra Franca Rame e Nilde Iotti sbucano le immagini di Tina Pica e Titina De Filippo), il potere vero (su «Happy hour» tra Putin e Trump compare il volto di un Mattarella vestito da astronauta).
Il colpo d’occhio sul palazzo reale è splendido, Liga ringrazia per la cornice e ricorda il Palamaggiò, augurandosi di tornarci, «anche se dal chiasso del pubblico non si capiva niente». «Bambolina e barracuda», «Non è tempo per noi» e «Piccola stella senza cielo», con un’acrobata che si arrampica sul tetto del palco, fanno salire l’adrenalina a una Caserta che non si è mai vista così viva, giovane, vivace. Pronta a urlare «Balliamo sul mondo» in un crescendo di luci bianche e blu, a tenere il tempo su «Marlon Brando è sempre lui», a confessare i suoi «Sogni di rock’n’roll». Poi è tempo di «Buon compleanno Elvis» con Ligabue/Presley in camicia nera con inserti oro stile Las Vegas. «Vivo morto o X» e «Hai un momento dio» sono spari nel buio, poi tutto si sposta sul palco mobile travestito da Cadillac rosso fuoco da cui arrivano «Si viene e si va», «Il meglio deve ancora venire», «La banda».
Far festa non vuol dire nascondere la testa nella sabbia. «Basta col massacro a Gaza», «Basta col massacro in Ucraina», «Basta col massacro in Sudan» e «Basta con i 56 massacri in corso nel mondo», ribadisce lo schermo prima dell’inevitabile «Il mio nome è mai più», un tempo divisa con Jovanotti e Piero Pelù. Liga canta sul palco mobile fermo davanti all’ingresso della reggia con la chitarra, dopo «Leggero» scende, attraversa tutta la piazza a piedi e torna sullo stage principale.
«A che ora è la fine del mondo?» traduce i Rem e porta la folla «Tra palco e realtà». «Urlando contro il cielo» anticipa il finale di «Certe notti» e la notizia: «La notte di certe notti continua», appuntamento il 12 giugno 2026 allo stadio Olimpico di Roma. Che non è una reggia e non è stato disegnato da Vanvitelli. A Casera il fronte del palco ormai è una realtà: l’11 settembre si riprende con Rocco Hunt e si continua il 13 con Tananai, il 15 con Francesco De Gregori che celebra i 50 anni di «Rimmel», il 16 ed il 26 con Giorgia ed il 17 con Gianna Nannini.