di
Paola Pollo

Nella camera ardente la bara chiusa e una foto nella quale lo stilista sorride e sorride. Gli affetti, i suoi dipendenti, i colleghi della moda e tanti giovani

Si mettono in coda all’alba, silenziosi e composti. A sinistra i milanesi; a destra i dipendenti. La gente comune e i suoi collaboratori, come li chiamava lui. Tutti lì «Per amore», già, come il titolo della sua autobiografia pubblicata due anni fa. Giorgio Armani non avrebbe potuto immaginare un omaggio più bello e sincero di quello che ieri la città di Milano gli ha riservato. Se siano state le sue disposizioni o i suoi insegnamenti a creare questa atmosfera non lo si saprà mai. Ma la magia si è compiuta esattamente come lui avrebbe voluto che fosse, tra rispetto ed eleganza e gesti di stima, cordoglio e dolore.

Alle 8 della mattina in centinaia sono lì, davanti alle transenne di via Bergognone, ad aspettare. Saranno seimila a fine giornata. Arriva il feretro, poco dopo, e cala un silenzio assorto. La bara entra nel lungo corridoio. La gente della moda conosce quel tempio, il teatro disegnato da Tadao Ando, che lo stilista volle per raccontare la sua moda in uno spazio monumentale ma essenziale, fatto di cemento e cristalli. Ma la maggior parte non sa cosa ci sia alla fine dell’imponente passaggio. I ricordi di tante sfilate e bellezza commuovono i primi, la solennità del luogo colpisce i secondi. Sino all’entrata nella grande sala, cuore del teatro: trecento lanterne di carta dove brillano altrettante candele sono disposte a file precise sul pavimento rivestito di velluto.



















































Camera Ardente di Giorgio Armani - Milano, 06 Settembre 2025  (Foto Claudio Furlan/Lapresse)   Giorgio Armani's funeral chapel - Milan, 6 September 2025 (Photo by Claudio Furlan/Lapresse)

Sulla parete di fronte una gigantesca fotografia dello stilista, scattata una quindicina di anni fa a Dubai, che saluta il suo pubblico dopo un evento, stretto in una delle sue giacche perfette, camicia bianca e cravatta nera. Poi quella frase che per tutti è già il suo testamento morale: «Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia». E la sua firma. In sottofondo, la musica struggente e bellissima al piano di Ludovico Einaudi: Nuvole bianche. 

I cordoni neri delimitano uno spazio, due carabinieri in alta uniforme ai lati e poi lo stendardo di Milano con due vigili urbani: si alterneranno tutti ad ogni ora. A destra un blocco di quarzo sul quale è posato un crocefisso. Al centro, la bara chiusa, di legno chiaro e sopra un mazzo di rose bianche e perfette. Giorgio Armani riposa lì, ma è l’uomo che saluta e sorride sul muro quello al quale tutti sono venuti a dire addio.

CORRECTS DATE - People line up in Milan, northern Italy, Saturday, Sept. 6, 2025, to pay their respects to fashion designer Giorgio Armani, who died Thursday at age 91. (AP Photo/Antonio Calanni)

Leo Dell’Orco, il compagno e braccio destro, accoglie chiunque: non una parola, ma abbracci e strette di mano e ringraziamenti. Per ore e ore e ore. Tenace. Dignitoso. Senza mai lasciare anche solo per un attimo quei pochi metri che lo separano da una vita vissuta. Con lui Andrea Camerana, il nipote dello stilista, figlio della sorella Rosanna Armani. Lei e le altre due nipoti, Roberta e Silvana, verranno forse oggi. Pochi minuti ed ecco Daniele Balestrazzi, Giuseppe Massocci e Michele Tacchella, i manager che resteranno, anche loro per tutto il tempo. Come tanti collaboratori dello stilista: con gli occhi rossi, impietriti dal dolore. C’è Paul Lucchesi, il segretario di sempre, che non riesce a crederci di averlo dovuto salutare. Nessuno ci crede. Nessuno, sino all’ultimo, aveva perso la speranza che ce l’avrebbe fatta. Ma gli ultimi giorni, raccontano, sono stati strazianti. Anche se era riuscito ad «approvare» tutto, come sempre: persino le musiche dello show dei 50 anni di moda in programma il 28 settembre.

Camera Ardente di Giorgio Armani - Milano, 06 Settembre 2025  (Foto Claudio Furlan/Lapresse)   Giorgio Armani's funeral chapel - Milan, 6 September 2025 (Photo by Claudio Furlan/Lapresse)

Tra i primi ad entrare, non dopo aver messo la propria firma sui grandi libri foderati di velluto e con il sorriso di Armani in copertina, John Elkann e sua moglie Lavinia Borromeo. Abbracciano Dell’Orco e Camerana e Federico Marchetti. Loro ricambiano così come fanno con chiunque si avvicini per testimoniare la stima e l’affetto a un uomo rigoroso e generoso, umano e visionario. Una signora anziana, elegante nel suo abito a pois, vuole scendere dalla carrozzella e avvicinarsi alla bara a piedi, per accarezzarla. Come fanno tanti ragazzi e ragazze, persino famiglie. Il mondo della moda arriva con Angela Missoni che ricorda una lunga lettera che Giorgio Armani le scrisse quando morì sua mamma Rosita: «Erano amici. Hanno fatto una moda e scelte diverse, ma c’era una stima infinita». Poi Francesco Scognamiglio («con lui finisce un’epoca») e Alessandra Facchinetti («un grande»). 

Donatella Versace non si fa attendere, stringe un mazzo di orchidee bianche, il colore preferito di Armani per i fiori: «Un gigante. C’era alla mia sfilata e fu il primo a chiamarmi dopo la morte di Gianni, dovevo salutarlo». È un lungo abbraccio quello fra lei e Leo Dell’Orco. Ecco il presidente della Camera della moda, Carlo Capasa: «Era il patriarca di tutti noi e questa camera ardente è un testamento della sua grandezza». E Matteo Ceccarini, il sound designer con il quale Armani studiava le musiche degli show: «Ci teneva quasi quanto agli abiti». 

TOPSHOT - Italian fashion designer Donatella Versace arrives at the Armani Theatre where late Italian fashion designer Giorgio Armani lies-in state, in Milan on September 6, 2025. Giorgio Armani died on September 4, 2025 at 91. (Photo by Stefano R...

Poi Gildo Zegna, Beppe Modenese, Carla Sozzani. Gruppi di modelle e modelli alla spicciolate e tante giornaliste storiche e della comunicazione. L’assenza di altri grandi, stilisti e imprenditori della moda lascia un po’ di amaro in bocca. Per quanto, nel foyer continuino ad arrivare corone e mazzi di fiori: ci sono quelli dell’equipaggio del Main, la barca che Armani amava tanto, dei dipendenti, degli amici e di tanti ammiratori sconosciuti ma anche dello stilista Valentino e dello storico socio Giammetti e di Leonardo Maria Del Vecchio. Oggi, sempre dalle 9 alle 18, la camera resterà aperta. Forse sarà il momento della moda. Aspettando il 28 settembre e lo show a Palazzo Brera: 550 posti a sedere e, ad oggi, 1800 richieste di invito. Non ci sarà posto per tutti.

7 settembre 2025