Con altri registi ha trovato un’intesa particolare?
«Ho girato film con registi bravissimi, sensibilissimi. Ferzan Özpetek, Francesca Archibugi… Ho fatto quattro progetti di fila con Gabriele Muccino, che è l’antitesi di Tornatore. Linguaggi opposti, stili opposti. E io lavoro con l’uno e con l’altro, divertendomi».
Com’è iniziata?
«Ho lavorato molto con Gabriele in pubblicità, poi è stato per 12 anni in America. Quando ci siamo ritrovati, ci siamo annusati come si fa tra animali, non ci siamo mozzicati. Ci siamo divertiti molto insieme. Ha un’energia esponenziale fortissima e mi ha costretto a rivedere tutto quello che pensavo. Ha avuto la capacità di ringiovanire una testa che era diventata troppo cocciuta troppo presto».
Abbiamo parlato del fattore umano sul set. Cosa pensa dell’impiego sempre maggiore dell’AI nel cinema?
«Per il documentario su Brunello Cucinelli sono andato nella Silicon Valley con Giuseppe a intervistare Reid Hoffman (fondatore di LinkedIn, ndr), uno di quelli che lavora all’intelligenza artificiale. È un’enorme possibilità che il mondo si dà, bisogna vedere come viene utilizzata. Nel nostro settore cambierà tutto, spariranno le maestranze. Però è il corso della Storia. L’importante è che continuino a fare buoni film».
Si immagina come potrebbe cambiare il suo ruolo?
«Sparirà. Rimarrà il ruolo del creativo assoluto. In Italia, in 10 anni ci saremo ancora, in America forse tra cinque o sei già non ci saremo più. Hoffman ha detto delle immagini che avevamo visto: “È roba vecchia”. Loro sono molto più avanti».
E quindi cosa direbbe oggi a un giovane che vuole iniziare il suo mestiere?
«Se ti piace tanto goditelo finché puoi. Sfrutta il tempo che rimane. Poi ci sarà ancora il cinema d’autore, che va nelle sale in 70 mm. Il cinema di Iñárritu, di Cuarón, di Malick, di Scorsese…».
Più a breve termine, che nuovi progetti ha?
«Stanno per uscire l’ultimo film di Muccino e il documentario su Cucinelli di Tornatore. Progetti in arrivo, il prossimo film di Sergio Rubini, una bellissima storia. Io poi sono vecchierello, sono 45 anni che sto sul set, potrei anche godermi un po’ la vita. Non viaggiare, però. Ho passato la vita a viaggiare e per me non è vacanza. Anche se su questo mia moglie non è d’accordo».
Il bisogno di riposo lascia spazio a qualcuno con cui vorrebbe ancora lavorare?
«Paolo Sorrentino e Luca Guadagnino. Li trovo veramente geniali e non ci ho ancora lavorato. E Martin Scorsese. Non c’è niente da fare: è il più bravo del mondo».
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