di
Federico Fumagalli
L’influencer e giornalista sfila sulla passerella di Venezia e parla del suo momento personale: «Almeno sul lavoro ho ottime prospettive»
Alla Mostra di Venezia c’è la finzione del cinema. Anche quando racconta fatti drammaticamente reali («The Voice of Hind Rajab» è la vicenda di una bimba palestinese, intrappolata in auto durante un attacco israeliano a Gaza) o verosimili (lo spettro della guerra nucleare in «A House of Dynamite»). Poi — fuori dalla sala — c’è la vita vera, in carne e ossa. Malgrado lungo le poche decine di metri di tappeto rosso sembri un’esistenza fatta di piume e paillettes.
Michela Persico è ormai una veterana del red carpet del Lido («è la mia quarta volta») ma si accolla problemi terrestri, condivisibili e condivisi. Come quelli di un matrimonio che finisce. Al suo, con il calciatore della Juventus Daniele Rugani, è mancato il lieto fine.
Michela, il tappeto che ha calcato al Lido era dominato dai colori tenui — l’azzurro e il glicine, oltre ai classici bianco e nero —. Lei è stata fra i pochi ad osare, in arancione.
«Ho optato per un abito lungo di seta, molto elegante, raffinato, semplice. E poi sì, l’arancione: acceso, allegro, estivo. Per mettere un po’ di gioia alla mia vita in cambiamento. Anche i colori aiutano a migliorare l’umore».
Appunto, in questo periodo, il suo umore com’è?
«Diciamolo pure. Potrei stare decisamente meglio. Ma la mia mamma e il mio papà mi hanno dotata di un ottimo carattere. Io tendo a non subire i problemi, ma a reagire. Lo faccio in primis per mio figlio Tommaso, 5 anni. E poi perché voglio bene a me stessa. So quanto ho dato, non merito di soffrire ancora. Perciò, mi rimbocco le maniche e vado avanti».
Stare così a portata di riflettori, in un evento internazionale come la Mostra del Cinema, certo non mette al riparo dai giudizi. Addirittura la diva Cate Blanchett, icona di stile, quest’anno non è stata immune da considerazioni freddine sul suo look in passerella. Lei teme i commenti?
«Ci sono celebrities che per determinate ragioni, in alcuni contesti come ad esempio sul red carpet, devono necessariamente indossare un abito piuttosto che un altro. Io non esprimo giudizi e guardo soltanto a me stessa. Che una persona venga banalizzata solo per il suo vestito è un rischio del mestiere».
C’è chi si chiede: «Ma che lavoro è sfilare sul red carpet?». Vuole rispondere?
«Ero a Venezia da invitata, senza film da accompagnare (a margine di una passata edizione, Michela Persico aveva presentato al Lido — fuori dalla Selezione Ufficiale — “Infiniti”, il suo debutto sul grande schermo, ndr). Il semplice fatto di esserci, alla Mostra del Cinema, significa svolgere un lavoro. Chi solleva dubbi a riguardo, dovrebbe rendersi conto che attorno al mondo dello spettacolo gravitano un sacco di sponsor. Data l’enorme visibilità che il festival garantisce, ai brand fa ovviamente piacere che chi indossa i loro prodotti sia presente. Quest’anno ho percorso il tappeto rosso con i gioielli Damiani e i prodotti di bellezza Cotril. Il mio stylist è Michele Giambrocono, che in occasioni del genere sta sempre con me».
La visibilità vola anche sui social. Lei li usa per lavoro (circa 3 milioni di follower su Instagram). E, di recente, anche per fare chiarezza sul suo privato.
«Ho esplicitato via social di essere al momento sola, senza un compagno, per fugare così ogni dubbio (il nome di Persico era stato avvicinato a quello di Flavio Briatore, ndr). Sempre nei dovuti modi, a un certo punto bisogna pure tutelarsi e dire la propria».
Prenda il bello, Michela. Oltre a Tommaso, oggi cosa la rende felice?
«Sul lavoro ho ottime prospettive, si vede che il karma mi ha voluto bene (ride ndr). L’esperienza su Rai2 con “Missioni d’estate” è stata utile. Anche perché la trasmissione è arrivata nel momento, diciamo così, del bisogno. Quando c’è il lavoro, si pensa meno ai problemi personali».
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6 settembre 2025
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