Sabato a Washington D.C. c’è stata una delle più ampie manifestazioni contro lo schieramento in città della Guardia Nazionale, la principale forza di riservisti dell’esercito statunitense: era stata mobilitata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump a metà agosto, per affrontare quella che lui ha definito un’emergenza di criminalità nella capitale. Sin dall’inizio però la misura era stata molto contestata sia dalla popolazione che dall’amministrazione locale. Nelle ultime settimane c’erano già state proteste, ma molto più piccole. Quelle di sabato sono state partecipate ma pacifiche.
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A Trump viene contestato prima di tutto il fatto che i crimini siano in aumento (i dati dicono il contrario di quello che dice lui), e in secondo luogo l’intento: la misura è stata vista infatti più come un modo per espandere il ruolo delle forze armate e usarle per gestire con la forza questioni politiche interne, che come una risposta a un reale problema di sicurezza. Trump aveva inviato la Guardia Federale anche a Los Angeles, dopo le proteste contro le retate dell’ICE, l’agenzia federale responsabile dell’immigrazione. Ha detto di volerlo fare anche a Chicago, in Illinois, in vista di nuove operazioni contro l’immigrazione irregolare.
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