«Ero stanca di essere la vicina di casa, la ragazza della porta accanto. Mi sono detta: io voglio essere quella del piano di sopra come Marilyn Monroe in “Quando la moglie è in vacanza” con quel poveraccio che perde la testa». Così Loretta Goggi racconta al Corriere della Sera la sua scelta di posare per Playboy. Nessun nudo integrale — «quello era troppo» — ma con abiti di chiffon trasparenti e mutandine. Una sfida contro gli stereotipi, ma soprattutto contro chi la considerava priva di sex appeal.



«Non mi offrivano ruoli di carattere a causa delle mie lentiggini»

Alta, slanciata, ma “piatta”: «A 15 anni ero già alta 1,69, però non avevo seno: quindi non potevo né interpretare le bambine, né le ragazzine». E il viso lentigginoso, delicato ma poco conforme all’estetica allora dominante, le negava ruoli di spessore: «La ragazzina fragile e bisognosa, la povera, l’orfanella, la malata. Anche la morta. Nel ruolo di Beatrice sono stata protagonista del mio funerale a 16 anni nel Dante con Albertazzi. (…) Soffrivo per quelle parti. Mi sarebbe piaciuto ottenere ruoli di carattere, ma non me li offrivano mai per via del viso lentigginoso».


La svolta arrivò con “La Freccia Nera“, quando Loretta fu chiamata a vestire i panni di un personaggio maschile. Un’assegnazione insolita, resa credibile proprio dalla sua fisicità: «Il premio l’ho vinto per quello. L’ho vinto perché ero piatta», dichiara con ironia. Un dettaglio che svela molto sulla televisione italiana di allora.





«De Marino successore di Baudo? Prematuro definirlo “erede”»

Oggi, quell’universo le appare distante, quasi irriconoscibile: «È diventata un reality, con format uno uguale all’altro», osserva, denunciando l’omologazione imperante e la perdita di originalità che affligge il piccolo schermo contemporaneo. Un giudizio che pesa, pronunciato da chi ha attraversato — e plasmato — la storia della televisione italiana. E a chi le propone Stefano De Martino come possibile successore di Pippo Baudo, risponde con garbo: «So che canta, che balla, ma Baudo era tanta roba.

Mi sembra un po’ prematuro designarlo come erede».

Baudo, per Loretta, non fu solo un collega, ma un vero e proprio mentore. L’unico capace di intuire il talento dietro la timidezza e le lentiggini: «Mi chiedeva sempre cose difficilissime, mai un numero normale». Fu lui a scommettere sulla sua ironia, sulla sua versatilità, sulla capacità di tenere il palco. 



Raffaella Carrà: amica o nemica?

Quanto alla presunta rivalità con Raffaella Carrà, Goggi la liquida con fermezza: «Era sui giornali, non tra di noi». Due donne diversissime, due icone complementari. «Raffaella era l’ombelico, la sensualità, l’energia, il ballo. Io portavo in tv un altro tipo di showgirl… dove il fisico — non che fossi una cozza eh — non era il punto di forza». Un confronto che non fu mai scontro, ma piuttosto la rappresentazione di due modi opposti e ugualmente potenti di stare in scena.




Ultimo aggiornamento: domenica 7 settembre 2025, 09:42





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