di
Elvira Serra

Il leader di Italia viva ed ex premier a Milano per l’ultimo saluto al grande stilista, morto il 4 settembre. «Icona mondiale di eleganza e simbolo del Made in Italy»

Matteo Renzi, anche lei alla camera ardente per rendere omaggio a Giorgio Armani.
«Ho voluto esserci, penso che sia giusto che anche i politici dicano grazie a Re Giorgio».

C’è un aneddoto che lo racconta più di altri?
«La cena di Stato da Obama, l’ultima del Presidente alla Casa Bianca. Lui volle l’Italia come ospite d’onore. Io gli dissi che allora ci voleva il simbolo del Made in Italy e per me era Giorgio Armani. Ricordo che i coniugi Obama lo salutarono con affetto».



















































Lei si vestì Giorgio Armani?
«In quella circostanza sì, avevo un suo smoking. Ma anche oggi ho messo un suo abito per salutarlo».

E sua moglie Agnese?
«Aveva molti abiti diversi. Ma alla fine scelse di restare “fedele” a Ermanno e Toni, i nostri storici e bravi amici di Ermanno Scervino. Michelle Obama era in Versace».

Che rapporto aveva con Armani?
«Rispetto assoluto per un grande lavoratore e per un’icona mondiale di eleganza. Anche quando fece una simpatica battuta sulla mia “camiciola bianca” e disse che Obama era più sexy di me. Gli dissi: non è che ci voglia molto, eh».

Eravate amici?
«Amici no, è esagerato. Ma negli anni del governo l’ho sentito vicino e sono stato felice di coinvolgerlo. Ricordo tanti momenti, dalla telefonata per gli 80 anni alla cerimonia al Coni voluta da Giovanni Malagò per donargli il Collare d’Oro, la più alta onorificenza del mondo sportivo. Al pranzo milanese con tutti gli operatori della Moda, il primo mai fatto da un capo del governo, e al quale lui aderì con entusiasmo dicendo parole bellissime: “Renzi qui a Milano ci fa sentire protetti”».

Qual è il suo rapporto con la moda?
«Ho imparato a Firenze, al Pitti, o cenando con Wanda Ferragamo, che la moda non è uno stravagante settore per addetti ai lavori. È un enorme fenomeno economico e identitario. Non sono un maestro di eleganza, ma ho una grande ammirazione per gli imprenditori straordinari di questo settore. E penso che la politica dovrebbe fare di più per il Made in Italy. Intanto nel mio piccolo io oggi ho reso omaggio a un Maestro».

7 settembre 2025