Le pieghe del complicato tessuto Rai cadono decisamente peggio di una giacca destrutturata Armani. Troppi gli strappi, le balze e i gomiti lisi. A Giampaolo Rossi, in particolare, in questo periodo l’azienda sta decisamente stretta.
L’ad ha un direttore del Tg1 in potenziale uscita – forse, ma forse no, negli ultimi giorni le probabilità sembrano essersi affievolite – in direzione palazzo Chigi, una direzione dell’offerta informativa da sistemare dopo le dimissioni di Monica Maggioni, e intorno a sé gli atomi della destra Rai da tenere assieme. La formula abusata dell’autunno caldo è perfino troppo morbida per raccontare il settembre di Rossi, che si prepara con la sua pipa in mano.
La squadra
Ciononostante, giurano tutti, il legame tra il partito e la governance in azienda è ben saldo. E Rossi, che continua a rifuggire dal presenzialismo che ha caratterizzato l’operato di altri dirigenti Rai, tanto da non aver preso posizione neanche all’indomani dell’indiscrezione sul potenziale trasloco di Gian Marco Chiocci dal notiziario della rete ammiraglia all’incarico di portavoce della premier, ha dalla sua una pipa magica.
C’è il braccio destro Davide Di Gregorio, sua ombra e uomo fidato anche per i lavori di fatica, come quello di chiudere il braccio di ferro con il comune di Sanremo che con una giunta civica di centrodestra in una Regione governata dal centrodestra si è messo a discutere con la Rai più di destra di sempre.
C’è Bianca Maria Sacchetti, giornalista dentro lo staff (cioè fuori dall’ufficio stampa aziendale) dell’ad, terzo elemento della pipa magica. Poco più in là, ma sempre talmente vicini da meritarsi il privilegio del caffè quotidiano con l’ad, ci sono due vicedirettori particolarmente fidati come Andrea Assenza, al daytime, e Dario Dionoro, che a Rai Kids lavora con Roberto Genovesi.
Persone di fiducia per l’ad sono da sempre anche l’ex vicedirettrice del Tg1 e ora direttrice dell’ufficio stampa Incoronata Boccia e Nicola Rao, che invece dalla direzione della Comunicazione è passato al Giornale radio, da dove potrebbe però anche dover andare via a stretto giro.
È infatti dato tra i favoriti per un’eventuale successione a Chiocci, qualora dovesse spostarsi: nella stessa categoria vanno inseriti anche Gennaro Sangiuliano – che nonostante il fallimento comunicativo che ha provocato al governo con il caso Boccia resta benvoluto in zona palazzo Chigi, come dimostra il fatto che sia caduto sul morbido della corrispondenza da Parigi – e Francesco Giorgino, che tanti però vedono più adatto per la direzione dell’offerta informativa.
A parlare con la politica in queste ore, sembra però riprendere quota la soluzione esterna per la sostituzione di Chiocci: i primi della lista sono sempre gli stessi, Mario Sechi e Tommaso Cerno, entrambi facce ben note sia a palazzo Chigi che in Rai, dove per Cerno a un certo punto dell’estate si parlava di un potenziale trittico: access time al sabato, Domenica In e opinionista di Giletti il lunedì.
Fragilità
Sulla carta, questioni di competenza anche di Angelo Mellone e soprattutto di Paolo Corsini, rispettivamente direttori di Day time e Approfondimenti. I più attenzionati, dopo due anni in cui le criticità in due filiere cruciali per il servizio pubblico sono state ben più frequenti di quanto avrebbero voluto al settimo piano.
In primis la sòla agostana che ha segnato il sorpasso della tenaglia composta da Papi, Tg5 e Gerry Scotti sull’amico del narcos Piscitelli Pino Insegno, il Tg1 e Techetecheté. Poi i problemi nei rapporti della governance con i programmi d’informazione, fino ad arrivare ai tagli del numero di puntate annunciati a giugno per Report, che hanno provocato indignazione generale
Dal partito li tengono d’occhio e raccontano che i contatti dei due con la governance si sono rarefatti. «Devono cambiare un po’ rotta», confida qualcuno, «Prossima domanda?», taglia corto qualcun altro. Per cambiare le carte in tavola nella compagine vicina a FdI in Rai, potrebbe venire utile il possibile stravolgimento della linea Tg1-Gr, sempre se Chiocci andasse via e subentrasse Rao.
Un altro che ha creato parecchi mal di testa in via della Scrofa è stato Paolo Petrecca, spostato da Rai News a Rai Sport, dove già si trova ai ferri corti anche con una redazione politicamente molto meno esposta a sinistra di quella della all news. Ma, come amano ripetere i colonelli neri, «un camerata non si lascia indietro». E così, nonostante i problemi che aveva incontrato il direttore a Rai News, è stata trovata per lui un’altra soluzione.
Al di là dei rapporti personali, a fare da ufficiali di collegamento sono Francesco Filini, capogruppo in commissione Vigilanza e considerato vicinissimo a Giovanbattista Fazzolari, e la consigliera d’amministrazione Federica Frangi, a sua volta un passaggio nella comunicazione (dominata dal sottosegretario) di FdI prima di tornare in Rai.
Gli equilibri
Il dubbio che corre, a proposito di Fazzolari, è come si troverebbe a lavorare con Chiocci. A entrambi vengono attribuiti ambizione e pragmatismo, ma più di qualcuno a domanda risponde che da buon giocatore di squadra il sottosegretario punterebbe a fare «altre cose» rispetto all’uomo del Tg1.
Resta il fatto che, decidesse di allontanarsi dalla tv pubblica, Chiocci risolverebbe un problema interno a Rossi, con cui non c’è mai stata troppa intesa e che nel frattempo ha perso anche la benedizione del padre nobile della destra televisiva.
Dal suo sito Sassate, Guido Paglia – già consigliere d’amministrazione e fondatore di Avanguardia nazionale – ultimamente non è stato infatti tenero con l’ad, rappresentandolo con l’aiuto dell’Ia come l’alunno somaro rimproverato dai “maestri” Maggioni e Stefano Coletta, da qualche tempo al timone della coordinazione dei generi. Poltrona di peso, soprattutto per un dirigente considerato “de sinistra”. Non è un caso che le malelingue ci tengano a ricordare che sua zia è stata a lungo segretaria fidata di Gianni Letta.
Gli atomi
Ricade anche su di lui il compito di collocare le schegge di destra d’estrazione varia che volteggiano intorno all’azienda e cercano un posto al sole con la benedizione della destra: da Roberto Inciocchi, saldo alla guida di Agorà, a Sechi, Cerno e Pino Insegno, che dopo risultati variabili e favori al capo ultras Diabolik ha ottenuto comunque il rinnovo del suo contratto.
Il suo interlocutore, Mellone, a metà agosto da parte sua ha informato la collettività di un altro rinnovo, quello del suo abbonamento alla Lazio. Per cosa sarà utilizzato Insegno non è ancora certo, visto che Reazione a catena quest’anno è andata meglio, ma i dirigenti non sarebbero ancora del tutto soddisfatti.
Tra chi ha trovato un posto al sole con la benedizione di Palazzo Chigi c’è anche Antonino Monteleone, che ha dovuto fare i conti con un’azienda che gli ha dato tutto il meglio ma piuttosto controvoglia, salvo poi smontare i due progetti che gli erano stati affidati in men che non si dica di fronte a risultati scarsi.
E poi, Stefano De Martino: aspettato come la manna dal cielo, il suo rientro anticipato a inizio mese non sembra aver dato all’access time quella scossa di cui aveva bisogno, e Rai 1 le prime tre sere di ripresa è rimasta travolta sotto alla Ruota della fortuna di Gerry Scotti. Motivo di giubilo per Pier Silvio Berlusconi, che stigmatizza pubblicamente «il gioco in cui si vincono tanti soldi solo legati alla fortuna, senza nessun merito e nessuna reale prova da superare».
Il capo di quella tv commerciale che ha portato l’intrattenimento leggerissimo nelle case degli italiani e ha sfidato la Rai a rincorrerla con format sempre più trash: il mondo al contrario. Ma anche Gianluigi Nuzzi è partito bene con il suo Dentro la notizia, erede di Pomeriggio Cinque, e in questi primi giorni settembrini se la gioca con Estate in diretta: in Rai si mostrano tranquilli, «tanto la settimana prossima torna Matano».
Se però anche la Vita in diretta, che l’anno scorso batteva di parecchio Myrta Merlino, dovesse dare segni di debolezza, c’è da iniziare a preoccuparsi. L’eroe senza mantello di Rai 1 intanto sul profilo Instagram della Rai sfreccia sul suo monopattino in direzione studi di via Teulada. Colonna sonora: Amor.
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