Quattro medici cubani hanno improvvisamente lasciato i Pronto soccorso dell’ospedale di Paola e dello spoke Paola-Cetraro, creando ulteriori difficoltà nei reparti di emergenza-urgenza della provincia di Cosenza.

Un episodio che l’UGL Salute definisce un “segnale grave che non può essere sottovalutato”.

La posizione dell’UGL

In una nota congiunta, il segretario nazionale Gianluca Giuliano e il segretario UGL Cosenza Guglielmo Nucci hanno evidenziato come il ricorso a personale straniero, pur comprensibile in una fase di emergenza, non possa rappresentare una risposta strutturale alle criticità che affliggono il Servizio Sanitario Nazionale, e in particolare la sanità calabrese.

“Serve investire sul personale italiano”

L’esperienza dei medici cubani si sta rivelando una misura tampone, utile solo nell’immediato, ma non in grado di offrire stabilità né continuità al sistema” – hanno aggiunto Giuliano e Nucci – ricordando che i reparti in sofferenza, i turni scoperti e le difficoltà operative non possono essere superati senza investimenti seri nel capitale umano italiano.

Un sistema in sofferenza

Il caso di Paola e Cetraro, secondo il sindacato, è solo l’ennesima dimostrazione delle carenze strutturali della sanità calabrese, che necessita di soluzioni durature e di un piano organico per garantire assistenza e continuità nei servizi di emergenza-urgenza.