voto
7.0
- Band:
MÉLANCOLIA - Durata: 00:38:36
- Disponibile dal: 29/08/2025
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Una carriera partita forte, quella degli australiani Mélancolia, che hanno praticamente debuttato in tour con i Thy Art Is Murder e discograficamente con Nuclear Blast/Greyscale.
Sono cresciuti nel fertile terreno del deathcore con il debutto “HissThroughRottenTeeth” (2023), arrivando abbastanza velocemente ad un secondo capitolo discografico che mira ad espandere il sound del gruppo in una caratteristica fusione di blackened deathcore e… nu metal. Scelta coraggiosa e potenzialmente interessante, in grado di caratterizzarli in maniera praticamente unica in un contesto zeppo di band clone e suoni standardizzati.
Ascoltando il disco si chiarisce abbastanza in fretta il concetto come il DNA ‘nu’ degli australiani vada ad escludere il riffing ‘bounce’ e ovviamente tutta la parte divertente del movimento a tre strisce, puntando su quegli arpeggi e quelle atmosfere cupe e tetre, di disperazione, che Korn e compagnia hanno condiviso nei loro lineamenti più affini all’industrial.
Nell’opener “ALL_IS_RUST” il mischione funziona a dovere, con l’accostamento di elementi comunque familiari su cui le urla di Alex Hill, intense, esagerate e spesso graffianti come gli acuti di Dani Filth, fanno da collante. Col filo conduttore che unisce l’anima ‘blackened’ a quella ‘nu’ nel disco si attraversano comunque molte altre sfumature tutte abbastanza ben realizzate, dalle sfumature sexy di “boiler.room” alle aperture melodiche di “Lithia”, dal lato più inesorabile di “SPIT!” a quello più punitivo della title-track – giustamente una delle tracce migliori e meglio rappresentative del disco.
Oltre alle sfumature cyber, goth e alternative è apprezzabile anche la stratificazione, con tutta quella punteggiatura industrial che nelle introduzioni e nei momenti più vuoti arricchisce con molti dettagli l’ambiente sonoro. Va spesa qualche parola anche per il curatissimo lato estetico del gruppo, che con un’estetica Y2K all’ultima moda li presenta come una versione aggiornata degli Orgy per glamour e trucco pesante.
Appena passata la sbornia di questo susseguirsi di riferimenti e contrasti azzardati, che ad alcuni può apparire più esaltante rispetto ad altri, vanno fatti i conti coi difetti, seppur minori, del disco: possiamo citare l’eccessiva eterogeneità e l’enfasi sul fondere molti elementi che a volte prevale sulla bontà della canzone stessa, ma si fa più sentire il fatto che il riffing sia in genere il punto debole della formazione, la quale non fa registrare nessun momento degno di nota sotto questo punto di vista.
C’è comunque molta materia su cui lavorare e si sentono belle intuizioni in un disco valido ed abbastanza originale, c’è una rifinitura impressionante delle composizioni e una progressione sonora notevole rispetto al debutto: tutti fattori capaci di offrire la possibilità ai Mélancolia di andare in tour con un sacco di band diverse e continuare a crescere con la stessa impressionante velocità con cui stanno viaggiando in questo momento.