A Portrush Rory cerca il bis dopo il Masters. In campo anche Chicco Molinari, Manassero e Migliozzi

La differenza quest’anno è che Rory McIlroy è arrivato con la sua nuova giacca verde. Verde come la sua Irlanda. È finalmente la settimana dell’Open Championship, il torneo di golf più antico del mondo, che da oggi si gioca al Royal Portrush in Irlanda del Nord, a un’ora di macchina da Holywood, il sobborgo di Belfast dove è nato McIlroy, l’eroe di casa, il campione del Masters 2025, l’uomo che vincendo in Georgia ha chiuso il Grande Slam della carriera. Sono attese almeno duecento mila persone e tutte sognano che Rory faccia il bis dell’anno dopo il Masters e il bis della Claret Jug dopo quella che aveva vinto nel 2014 al Royal Liverpool. L’ultima volta che l’Open Championship si disputò a Portrush era il 2019, Rory rovinò tutto con il primo drive alla prima buca, chiusa in 8 colpi invece di 4. Mancò il taglio e l’appuntamento con la gloria. Vinse poi un altro irlandese, ma del sud, Shane Lowry, suo grande amico, e Rory fu felice lo stesso, ma questa volta spera che finisca in modo diverso: “All’inizio della stagione, quando ho guardato il calendario, questo è stato il torneo che ho messo nell’obiettivo, probabilmente anche più del Masters. E le ragioni sono evidenti: è casa mia”. Dopo la vittoria del Masters, McIlroy si era un po’ smarrito, come se “aver scalato l’Everest” – parole sue – gli avesse tolto motivazioni e carica emotiva. Due brutti Major, 47° al Pga e 19° allo Us Open, avevano alzato le preoccupazioni, ma nell’ultima settimana le sensazioni sono tornate positive: “Sono entusiasta del livello del mio gioco”. E il secondo posto allo Scottish Open sembra dargli ragione. Sul campo di Portrush, ad appena 16 anni, aveva chiuso un giro in 61 colpi e c’è chi giura di ricordarsi ancora quel ragazzino paffuto e ricciolino giocare alla perfezione come poi avrebbe fatto tante altre volte nei vent’anni seguenti della sua carriera.

i rivali—  

A contendergli la Claret Jug sono in tanti, inevitabile cominciare l’elenco dei possibili vincitori da Scottie Scheffler, n.1 al mondo, che quest’anno si è già preso il suo Major, cioè il Pga Championship, ma che non ha mai dato il massimo sui campi europei: il suo miglior risultato è un settimo posto un anno fa al Royal Troon. Sarebbe tanta cosa per un giocatore normale, ma lui è così grande che un settimo posto sembra una delusione. Poi c’è il campione in carica, Xander Schauffele: quest’anno non ha grandi risultati, ma le qualità non si discutono e una settimana fa ha dato segnali di risveglio in Scozia. La sua speranza è che non si confermi una tradizione che “impedisce” di fare il bis a chi aveva già vinto una Claret Jug nel passato. L’ultimo fu Ernie Els nel 2012, da allora gli 11 campioni sono stati tutti first time winner. Tra di loro anche Francesco Molinari che ha vinto TheOpen nel 2018 a Carnoustie. È stato appena confermato vice capitano per la squadra europea che a fine settembre difenderà la Ryder Cup a Bethpage, NewYork, ed è uno dei tre italiani in campo a Portrush. Con lui Matteo Manassero, alla nona partecipazione al TheOpen in cui vanta quale miglior risultato un 13° posto nel 2009, e Guido Migliozzi. Per lui quinta volta con un 31° posto – nel 2024 – come miglior piazzamento. Un’ultima curiosità: all’Open anche un ex galeotto. Si chiama  Ryan Peake, faceva parte di una gang di motociclisti in Nuova Zelanda e il golf gli ha letteralmente salvato la vita. E lo ha portato in Irlanda…