MOSTRA DEL CINEMA – Anche se non è un Leone, ricevere un premio a Venezia è pur sempre molto ambito e, ovviamente, motivo di soddisfazione (ci mancherebbe) e di infiniti ringraziamenti, ma da giorni si dava per scontato che trinfasse “The Voice of Hind Rajab” e invece, cosa è successo? «La mia giuria dice il presidente Alexander Payne ha visto ventun bellissimi film e alla fine la rosa si è ristretta e due possibili candidati al Leone d’oro. Avremmo voluto dare il premio maggiore a tutti e due i film, ma non è possibile l’ex-aequo e questa è la parte più ingiusta del fare il giurato. Se avessimo votato il giorno prima forse sarebbe andata in modo diverso. In ogni caso per noi erano tutti e due i film di eguale livello e la differenza tra loro è uno zero, virgola zero».

APPROFONDIMENTI


LE POLEMICHE

Leoni a sorpresa, quindi, e non senza polemiche. Che invece non riguardano gli altri premi. In “La Grazia” di Paolo Sorrentino il Presidente del film lasciando il Quirinale dice: «Non siamo stati bravi, siamo stati eleganti». Ma, più che elegante, la giuria ha valutato come miglior interprete maschile dell’intero festival il “solito” Toni Servillo, l’attore italiano non nuovo a riconoscimenti alla bravura: «Questo Presidente del film è una creazione di Paolo Sorrentino e della sua fantasia, e lo ringrazio per aver avuto fiducia della possibilità che io potessi interpretarlo. Veramente non pensavo che ci riuscisse. Il presidente di Sorrentino chiede di restare umani. È questa la riflessione che offre questo film: noi oggi abbiamo bisogno di una politica che non dimentichi l’umanità».

All’attrice cinese Xin Zhiley la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile nel film “The Sun Rises on us All” di Cai Shangjun che dopo aver ringraziato mezza Cina ha confidato: «Dieci anni fa parlando con le mie amiche confidavo loro che un giorno sarei salita su un palco di un festival internazionale. Mi hanno sempre presa in giro per questa mio sogno. Oggi questo sogno si è realizzato».
Nella geodiplomazia dei premi cinematografici sembra sia necessario dare un premio a un film del Paese che ospita il festival, cioè l’Italia. Quindi il premio Speciale della Giuria è andato a “Sotto le nuvole” di Gianfranco Rosi: «Dodici anni fa ero su questo palco e sono onorato di tornarci anche perché il documentario è cinema. Ci sono quindici documentari in concorso a questo festival a testimonianza dell’importanza del nostro lavoro che ha il compito di documentare tutte le atrocità di questo mondo. Donatella Palermo, la mia produttrice, non ha mai detto “fermati” dopo tre anni di riprese, ma “vai avanti”».

ORIZZONTI

Altri due italiani vincono un premio nella sezione Orizzonti. Miglior attrice è Benedetta Porcaroli interprete del film “Il rapimento di Arabella” di Carolina Cavalli che ha ricevuto la telefonata del riconoscimento veneziano quando si trovava nello stesso albergo dove è stato girato il film: «Forse era un segnale ma questo film mi ha reso più indulgente con me stessa in un mondo che ci dà molte preoccupazioni per quello che sta accadendo». Il miglior attore è il giovanissimo Giacomo Covi di “Un anno di scuola” di Laura Samani. Il Leone del futuro opera prima, sostanzioso perché consiste in centomila dollari, va a “Short Summer” di Nastia Korkia: «Sono passati più di mille e duecento giorni dall’inizio della guerra in Ucraina. Ho sentito la necessità di capire cosa stesse accadendo, ci sono tanti paralleli della guerra in Ucraina con quello che è successo in Cecenia, e mi sono resa conto di come la guerra ci avveleni la vita. Teniamo gli occhi aperti e cerchiamo di fermare questa orribile guerra».