“Deludente. Tutta la corsa è stata deludente. Ma questo non cambia il mio sostegno e nella fiducia che ho nel futuro di Kimi. Perché credo che sarà davvero, davvero, davvero bravo. Ma oggi è stato deludente”. Le parole di Toto Wolff al termine del GP d’Italia riflettono un weekend a due volti per Kimi Antonelli, diviso tra il sorriso per i progressi in qualifica e gli errori che hanno compromesso il suo fine settimana.

Ripercorrendo la fase centrale della stagione, l’ultima volta in cui l’italiano era riuscito a qualificarsi tra i primi dieci risaliva al GPdi Gran Bretagna, disputato a inizio luglio e tante volte l’essere partito indietro aveva rappresentato la sua zavorra. Proprio per questo, il sesto posto conquistato in griglia rappresentava un’occasione preziosa da cogliere: un’opportunità per dimostrare maggiore concretezza in una gara più lineare.

Tuttavia, questa volta tutto si è sgretolato in maniera differente, con una partenza a rilento per un rilascio errato della frizione, che lo ha fatto precipitare dal sesto al decimo posto e, soprattutto, alle spalle di Gabriel Bortoleto, colui che ha deciso il destino della gara a centro gruppo.

Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Foto di: Beata Zawrzel / NurPhoto via Getty Images

Grazie alle altissime velocità di punta messe in mostra dalla Sauber, il brasiliano è riuscito a difendere con solidità la sua settima posizione per tutto il primo stint, mantenendo il gruppo compatto, anche per chi era partito sulla hard. Di conseguenza, Antonelli si è ritrovato intrappolato in un trenino DRS dal quale era difficile emergere.

Una volta rientrato ai box Bortoleto, Mercedes ha scelto saggiamente di non reagire immediatamente, optando invece per prolungare lo stint nel tentativo di effettuare l’overcut sulla Sauber. La decisione, basata sul basso livello di degrado e sulla convinzione che il passo di Antonelli fosse potenzialmente superiore, ha pagato: al rientro in pista dopo la sosta, l’italiano è riuscito a sopravanzare il brasiliano, iniziando così la sua rimonta.

Tuttavia, con la mescola hard Antonelli non è riuscito a ritrovare il feeling mostrato con la media, evidenziando nuovamente quell’instabilità al retrotreno già emersa in altri appuntamenti. Questo lo ha portato a perdere terreno, venendo risucchiato da Albon che, sulla strategia alternativa, è poi riuscito a centrare un ottimo settimo posto.

Yuki Tsunoda, Red Bull Racing Team, Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Yuki Tsunoda, Red Bull Racing Team, Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Foto di: Andy Hone/ LAT Images via Getty Images

Proprio con Albon, a circa una decina di giri dalla fine è arrivato anche un episodio che gli è costato una penalità, avendo stretto il pilota della Williams in uscita da curva 2. Un episodio che la stessa Mercedes ha definito come non necessario e che, alla fine, Antonelli ha pagato scivolando nuovamente alle spalle di Bortoleto sotto la bandiera a scacchi. 

Senza dubbio, l’aver saltato la FP2 ha avuto un peso importante, sia perché non ha potuto provare il passo gara, sia perché erano in programma delle importanti modifiche di setup. Inoltre, l’avere uno stile abbastanza diverso da Russell, più aggressivo in ingresso di curva che richiede proprio un posteriore più saldo, limita in un certo senso il confronto dei dati sulla direzione da scegliere.

In un weekend concluso con un nono posto dal retrogusto agrodolce, Antonelli ha comunque cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno, individuando le aree in cui ritiene di aver mostrato maggiore solidità, a partire dalla qualifica. È vero che George Russell avrebbe preferito utilizzare una mescola diversa in Q3, ma a parità di compound il divario tra i due si è rivelato più contenuto rispetto ad altre occasioni.

Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Foto di: Sam Bagnall / Sutton Images via Getty Images

“Sono contento del passo in qualifica, che è stato buono. È un peccato per la partenza: ho commesso un errore e ho perso molte posizioni. Devo solo lavorarci su e cercare di fare meglio a Baku. Ovviamente sono deluso oggi, ma la qualifica è stata positiva. Guardando alle prossime gare, sarà importante avere un weekend pulito, dalle FP1 fino alle FP3, per essere pronti per la qualifica e poi per la gara”, ha raccontato l’italiano”.

Questo è, in effetti, il nodo centrale della questione. Dopo la pausa estiva, sia a Zandvoort che a Monza, Antonelli ha pagato a caro prezzo alcuni errori che hanno compromesso non solo il lavoro svolto nelle prove libere, ma anche le sue reali possibilità in gara. Eppure, proprio a Zandvoort stava disputando una corsa solida sul piano del ritmo puro, un aspetto in cui, nel corso della stagione, ha mostrato sprazzi evidenti di talento e potenziale.

Sbavature che, però, si sommano alle difficoltà già emerse prima della pausa estiva, in particolare in qualifica e nella messa a punto del setup date le novità Mercedes che non hanno funzionato come sperato. È una pressione che si accumula, strato su strato. Ed è proprio per questo che, per rilanciarsi, uscire dal tunnel e ritrovare quella serenità indispensabile per un pilota al debutto, attorno al quale gravitano pressioni e aspettative, serve un weekend pulito. Un fine settimana solido, concreto, da cui ripartire.

“Ora deve portare a termine un weekend pulito a Baku. Lì ci sarà meno pressione, ed è una pista che conosce. Deve liberare il suo istinto killer. Penso che un weekend pulito significhi anche non portarsi dietro troppo il trauma degli errori passati nella sessione successiva o nel weekend successivo. Perché quello è un bagaglio. Non attaccherai una curva con decisione se lì sei uscito di pista in passato e hai concluso male una sessione”, è stato il pensiero di Wolff.

Leggi anche:

In questo articolo

Diventa il primo a sapere le novità e iscriviti per ricevere notizie in tempo reale via e-mail su questi temi

Iscriviti agli avvisi di notizie