Vanoli Basket Cremona ha presentato ufficialmente nella giornata di oggi, lunedì 8 settembre, uno dei nuovi protagonisti in maglia biancoblu per la stagione 2025/2026. Parliamo di Davide Casarin, guardia classe 2003 con già diverse stagioni alle spalle in Serie A LBA, con le maglie di Pallacanestro Treviso e soprattutto Reyer Venezia. Il numero 7 della Vanoli è il primo tra i volti nuovi a disposizione di coach Brotto a presentarsi alla stampa. La conferenza si è tenuta presso la sede di Orzinuovi di Gruppo Bossoni, che anche quest’anno ha rinnovato la partnership con la Vanoli Basket.
Mauro Bossoni
«Siamo molto contenti di continuare questa collaborazione. Sono tanti anni che il connubio tra Vanoli e Gruppo Bossoni si conferma vincente e questo ci rende fieri ed orgogliosi. La Vanoli è una piccola società che sta facendo grandi cose e anche noi, come Gruppo Bossoni, nasciamo a Orzinuovi ma siamo presenti da tanti anni a Cremona, città che per il nostro gruppo rappresenta uno dei poli più importanti. Insieme alla Vanoli Basket abbiamo fatti grandi cose e vogliamo proseguire al meglio con questa collaborazione»
Andrea Conti
«Ringraziamo Gruppo Bossoni perchè da tantissimi anni ci affianca, fornendo le auto ai nostri giocatori. È un brand importantissimo per il nostro territorio, crediamo molto in questa partnership vincente. Questa sarà la quindicesima stagione in Serie A LBA per la Vanoli Basket Cremona, che da sempre ha la fama di lanciare e dare opportunità a giocatori pronti a raggiungere un livello più alto. Davide è un profilo che può spiccare il volo a Cremona: crediamo molto in lui, nei suoi valori come nelle sue doti fisiche e tecniche. Siamo pronti a dargli una bella opportunità»
DAVIDE CASARIN
Cosa ti ha portato a scegliere il progetto della Vanoli Basket Cremona?
«Ho sposato il progetto della Vanoli perché ho parlato con Gigi in estate. Ci siamo sentiti per una mezz’ora abbondante al telefono, mi ha fatto un’impressione fantastica. Ho sentito quello che avrei voluto sentirmi dire e nonostante ci fossero altre due proposte importanti sono convinto che Cremona sia la scelta migliore. Il progetto e la fiducia che ho sentito fin da subito sono state decisive»
Come ti sei inserito nel gruppo e come ti stai trovando con il coach?
«Il gruppo è molto affiatato e c’è grande serietà nel lavorare in campo con coach Brotto. Conoscevo già Sasha Grant, con cui ho giocato assieme sia nelle nazionali giovanili sia a Verona. Anche Gio Veronesi lo conoscevo, abbiamo un bel rapporto. Gli americani si stanno integrando bene ed è tutt’altro che scontato che si crei subito un certo affiatamento. Parlando di basket giocato, per il momento abbiamo fatto appena tre amichevoli; è ancora presto, ma ci stiamo preparando veramente bene. Sappiamo che ci aspetta un campionato tosto e difficile: il livello si alza di anno in anno, ma siamo sulla buona strada per mettere in campo un basket veloce, atletico e moderno»
Il tuo ruolo in campo: cosa ti chiede coach Brotto? Giocherai anche da playmaker?
«Il ruolo di playmaker puro sta scomparendo nel basket di oggi, però senza dubbio i ruoli di 1 e 2 sono quelli in cui ho sempre giocato. Mi piace molto spingere la squadra in contropiede, cercare le prime opzioni dell’attacco e muovere la palla. Posso creare poi situazioni di uno contro uno, sia per me sia per i compagni. Il ruolo di play-guardia senz’altro lo sento mio»
In tal senso, la presenza di Luca Vitali nel coaching staff può aiutare: può essere per te un maestro da cui imparare?
«Luca è stato un giocatore incredibile, infatti sono contentissimo che sia qui perché da un campione del genere si può soltanto imparare. Ha esperienza da vendere come giocatore, anche in questo club, per cui può darci sicuramente una grandissima mano in diverse situazioni»
La Nazionale sta per aprire un nuovo ciclo: ambisci a raggiungere la maglia Azzurra in questa stagione?
«Penso ad allenarmi e a fare bene con la Vanoli Cremona in campionato. Poi ovviamente la Nazionale è qualcosa di magico, già ho esordito un paio di anni fa ed è stata un’emozione unica. Ora si è chiuso il ciclo con Pozzecco, ma ci sono tanti giocatori di ottimo livello. Io rimango concentrato sulla mia esperienza qui a Cremona, poi se la convocazione arriverà sarò più che contento di rispondere alla chiamata»
Arriva a Cremona un giocatore versatile e pronto, nonostante la giovane età: cosa senti di poter dare alla Vanoli?
«Crescere in una società come la Reyer Venezia mi ha insegnato sicuramente tanto, già da giovanissimo. Già a 15 anni ho debuttato in Serie A e ho potuto fare esperienze importanti, arrivando a vincere Scudetto e Coppa Italia. Poi durante il mio trascorso alla Scaligera Verona siamo stati promossi in A1, anche quella è stata un’esperienza che mi ha formato. Il passato c’è ma sono ancora giovane, ho 22 anni, quindi c’è anche il desiderio di voler dare qualcosa in più, partita dopo partita e allenamento dopo allenamento. Siamo un gruppo giovane e affamato di conquistare ciò che ci meriteremo»
Il numero 7 sulle spalle: che significato ha per te?
«È un numero che mi è sempre piaciuto. Poi è lo stesso di Andrea (Conti) e Luca (Vitali). Il 7 mi è sempre appartenuto, anche se in passato ho giocato con il 14. Mio papà vestiva il 7 e sono riuscito ad averlo a Venezia nelle ultime due stagioni, prima lo aveva Tonut quindi non potevo rubarglielo… Sono contento di ritrovare questo numero a Cremona, perché ha un significato particolare per me»
Oltre il giocatore: quali hobby coltivi, cosa ti piace fare?
«Io sono ossessionato dalla pallacanestro, quando posso sto a casa tutta la giornata a guardare partite. Però mi piace anche cucinare, ogni tanto gioco alla playstation ma il basket occupa senza dubbio gran parte delle mie giornate, oltre agli allenamenti e alle partite»
Che emozioni vuoi regalare ai tifosi?
«Ritengo che nel momento in cui si dà il 100% per questa società e la sua gente, sicuramente poi si ha un ritorno anche in termini d’affetto. Sono concentrato sul dare il massimo per la Vanoli e i suoi tifosi»
Qual è il tuo giocatore di riferimento?
«Oggi Luka Doncic, ma il mio idolo è Dražen Petrović. Mi ha sempre affascinato la sua attitutine al lavoro, la sua ossessione per questo sport e per tutto il lavoro che c’è dietro, che la gente non vede, in preparazione a una partita. Ammiro molto Dražen e anche Kobe Bryant lo stesso motivo»