L’apprendimento a scuola
Il futuro è un libro da scrivere ma, nel Paese in cui oltre il 26% dei minori è sotto la soglia della povertà educativa, a volte un libro è difficile anche soltanto poterlo leggere. Accade soprattutto nei quartieri dimenticati delle periferie cittadine, aree spesso svantaggiate in cui l’assenza di servizi e ricchezza diventano sinonimo di esclusione sociale per un milione di bambini e adolescenti. È qui che Save the Children ha aperto nel 2014 i suoi 28 “Punti Luce”, centri localizzati su tutto il territorio nazionale che propongono attività educative gratuite ai minori tra i 6 e i 17 anni, raggiungendo un bacino di circa 50mila piccoli utenti.
«Spazi che lavorano in rete con enti e istituzioni nelle singole zone per garantire supporto scolastico, corsi di musica e sport e progetti specifici modellati sulle esigenze di coloro che hanno necessità formative particolari» li definisce la direttrice generale dell’organizzazione in Italia, Daniela Fatarella, annunciando il nuovo programma di collaborazione con Gruppo Feltrinelli che coinvolgerà sette di essi. Per le sedi principali di Milano, Udine, Palermo, L’Aquila, Napoli, Roma e Bari, l’azienda editoriale milanese darà il via a un programma di attività e finanziamenti economici contro l’indigenza sul piano materiale e culturale: in 120 librerie Feltrinelli da nord a sud (sulle 130 totali aperte dal Gruppo fra Italia e Spagna), il periodo natalizio segnerà l’avvio di una raccolta fondi che fornirà un contributo diretto ai centri.
Nel frattempo, l’editrice diventerà anche “book partner” esclusivo dei Punti Luce, impegnandosi a donare libri e ad animare gli hub con iniziative, presentazioni ed eventi con i piccoli utenti come protagonisti. Una scelta che, spiega Alessandra Carra, Ad di Feltrinelli, intende rivalutare «l’importanza dei libri come strumento di crescita, insostituibile per l’educazione e l’informazione. Essere un’azienda di cultura ci pone davanti a una missione sociale importante, che portiamo avanti anche con le scuole. L’attività di raccolta fondi è una tradizione ormai, ma quest’anno ha scopi precisi: avvicinare i lettori e creare un dialogo con loro». Quella che per il momento resta una strategia filantropica per produrre cultura, attraverso un modello di business basato su cittadinanza critica e inclusione, potrebbe diventare un modello sostenibile e ripetibile, da mettere a sistema su larga scala per affrontare anche il triste primato italiano del minor tasso di lettori in Europa, oltre al tema dell’abbandono scolastico. Serve un dialogo con le istituzioni, che chiediamo da tempo» commenta in proposito Carra, che conclude: «I libri possono contaminare la realtà e mondi diversi, portando la città dove on c’è e viceversa».