di
Giuliano Delli Paoli
Il rapper si esalta tra voli sul pubblico, rap ma anche vecchi successi
« Il mio prossimo sogno è un tour negli Stati Uniti. Ma anche in Cina, perché no?». È un Geolier cosmopolita, quello che si aggira dietro il palco dell’Ippodromo di Agnano, a poche ore dal primo dei due concerti da tutto esaurito nella sua città.
Il rapper di Secondigliano ha lo sguardo fermo del musicista navigato, ma non nasconde una certa emozione mentre aspetta i 58mila fan nella prima delle due serate flegree da tutto esaurito. E prima di accogliere i giornalisti nel suo stand, svela desideri inediti per un rapper «rionale», come ama definirsi da sempre: «A maggio ho incontrato Jovanotti e quando gli ho chiesto perché si ostina a tenere tantissimi concerti nei palazzetti, invece di organizzarne pochi negli stadi, mi ha risposto dicendomi che bisogna stare quanto più vicini alla gente. Sono parole che mi hanno sconvolto. Lorenzo ha ragione. E ora desidero un posto in particolare: il Teatro San Carlo. Come aprirei? Con un omaggio a Mario Merola. Poi solo voce e piano».
Pantofole bianche, shorts e t-shirt del suo merchandising, con impressi i versi de «El pibe de oro,» una delle sue tante hit, Geolier è in tenuta da fan. «Ho bisogno quotidianamente di parlare con i miei supporter. Ieri pomeriggio c’erano duemila persone per le prove e sono venute nonostante il sole cocente. Un altro musicista magari sarebbe uscito dal retro, io ho scelto di salutarli».
L’amore totale e incondizionato di Geolier per il suo pubblico è d’altronde totale. Lo attesta il mega-show allestito ad Agnano che ha visto il musicista volare sospeso a quindici metri dal suolo, avvolto da un’imbracatura, per raggiungere e abbracciare anche i fan più lontani. C’è poi uno sciame di ben cinquecento droni che in cielo hanno ricreato la scritta Geolier, i contorni di Maradona, il paesaggio del Vesuvio e la data che annuncia il suo ritorno allo stadio di Fuorigrotta, il 26 giugno 2026. «Come mi è venuto in mente? Me l’ha suggerito mia nipote quando mi ha fatto vedere uno spettacolo di Disneyland. Appena ho visto quelle luci in cielo ho pensato che avrei voluto fare lo stesso nel mio concerto».
Il concerto inizia però sulle note di «I love in Portofino» di Buscaglione, intonata in coro dal pubblico. È la prima sorpresa per un live dall’anima hip hop ma che guarda più volte al passato. C’è infatti una vera e propria orchestra alla destra di Geolier, che spunta alle nove in punto, come promesso via social, a 18 metri di altezza, e imbastendo alla maniera di un Ice Cube napoletano un freestyle dei suoi, seguito da un assolo di chitarra in stile rock.
Una volta sceso sul palco, Emanuele intona una dietro l’altra «Money», «Moncler» e «Vogl sul a te». E ancora hit come «Chiagne», in duetto con il primo ospite della serata, Lazza. Poco dopo saliranno anche Rocco Hunt e la Slf, protagonisti anche loro di uno show che ricorda quelli dei rapper statunitensi più blasonati. «Quando sono stato a Los Angeles, mi sono reso conto di quanto siamo ancora indietro come produzioni musicali. Sono rimasto sbalordito dal modo in cui registrano. E il mio prossimo disco sarà influenzato dall’America. Ho anche un po’ imparato l’inglese ultimamente. Se però un giorno dovessi tornare a Sanremo, non potrei che cantare ancora in napoletano».
26 luglio 2025 ( modifica il 26 luglio 2025 | 00:12)
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