Una favola? No, questa è la Ferrari che vince. Da leggenda! Per il terzo anno di fila la 499P si è aggiudicata la 24 Ore di Le Mans. Nelle due edizioni anni precedenti con le “rosse” ufficiali e questa volta con la “gialla”, la macchina clienti dell’AF Corse. Chi dice che non si possa costruire una squadra italiana per vincere, si sbaglia di grosso: lo staff di Antonello Coletta ne ha dato una dimostrazione pratica. Quattro gare nel WEC 2025 e quattro successi.  

La Casa del Cavallino, con il dominio nella Sarthe, ha già ipotecato il mondiale Endurance (202 punti contro i 91 della Toyota e gli 80 della Porsche): ci si aspettava il doppio titolo in F1 (piloti e Costruttori) e, invece, le soddisfazioni arrivano dalla squadra del WEC, forte, fortissima, organizzata e coesa. 

John Elkann, presidente Ferrari, con Fred Vasseur, team principal della Scuderia

John Elkann, presidente Ferrari, con Fred Vasseur, team principal della Scuderia

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

Il presidente, John Elkann, e il CEO, Benedetto Vigna, hanno deciso di andare a Le Mans, piuttosto che in Canada dove a rappresentare il marchio c’era il vicepresidente, Piero Ferrari. Una divaricazione che spiega la situazione più di qualsiasi parola. Come se all’interno di Maranello ci siano due Ferrari: quella perdente in F1 e quella vincente nel WEC. E il vertice si è schierato, preferendo applaudire le ruote coperte piuttosto che le monoposto.  

La stampa italiana è stata accusata di aver portato un duro attacco a Fred Vasseur prima di Montreal: si dice che la mancanza di successi, dopo che si erano sognati i mondiali, porterebbe al non rinnovo del team principal che ha il contratto in scadenza a fine campionato. Il francese ha reagito in modo scomposto, attribuendo le colpe a quei giornalisti che vogliono male alla Ferrari: ha chiesto ai piloti di fare quadrato e Lewis Hamilton e Charles Leclerc si sono messi a disposizione per dare un’idea di unità.  

Vasseur si è detto preoccupato non tanto della sua posizione personale (“c’è tutto il tempo per parlare del rinnovo”), quanto degli attacchi ai suoi uomini che hanno famiglie, mogli e figli e che possono destabilizzare un sistema di lavoro faticosamente costruito. Può essere vero, ma i dubbi sono nati perché il Napoleone di Draveil non gode più l’incondizionato appoggio della coppia Elkann-Vigna. 

Sarebbe bastata una dichiarazione della proprietà a ridare fiducia a un manager che tre anni fa ha ricevuto le chiavi della Gestione Sportiva e ha avuto carta bianca per costruire il Reparto Corse a sua immagine e somiglianza.  

Robert Kubica, Yifei Ye, Philip Hanson sul podio di Le Mans con Amato Ferrari e Antonello Coletta

Robert Kubica, Yifei Ye, Philip Hanson sul podio di Le Mans con Amato Ferrari e Antonello Coletta

Foto di: Emanuele Clivati | AG Photo

“Oggi è una grande vittoria della Ferrari – ha dichiarato Elkann -, di tutti quelli che vi lavorano, di tutte le sue anime. La Ferrari ha vinto lavorando insieme, dimostrando come l’unione porti a risultati straordinari. Le Mans è un momento speciale per chi ama l’automobilismo, e ciò che è stato fatto ha dell’eroico. Negli ultimi tre anni, tre auto diverse e nove piloti hanno dimostrato cosa significhi il gioco di squadra. Ringrazio tutti in Ferrari: vincere tre volte di seguito Le Mans è un traguardo storico che ci rende orgogliosi e onora il nostro fondatore Enzo Ferrari.” 

Nessun accenno alla F1, solo un silenzio assordante che alimenta le voci e dà concretezza che quelle giornalistiche non erano “sparate” (come qualcuno della TV voleva far credere), ma il frutto di un’analisi ben circonstanziata. La SF-25 è una macchina sbagliata e le modifiche per correggere una stagione difficile, tardano ad arrivare. Ergo, poche idee e confuse. 

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images via Getty Images

Tutto questo, mentre dall’altra parte della strada i successi arrivano puntualmente. Non bastano 1.500 persone per fare due monoposto vincenti, ma ne sono sufficienti 150 per dettare legge nelle Hypercar. Certo l’impegno e i budget sono completamente diversi, ma i confronti sono stridenti perché l’azienda è la stessa.  

La F1 perde, il WEC vince. È vero non si devono confrontare le mele con le pere, ma il DNA aziendale dovrebbe essere lo stesso. Adesso Antonello Coletta verrà tirato per la giacca affinché proceda a riorganizzare la Gestione Sportiva. Il manager romano vede il passaggio in Scuderia come il fumo negli occhi e vorrebbe restare nel fortino che ha sapientemente costruito, preferendo che sia Fred Vasseur a proseguire il lavoro che ha cominciato. 

Le risposte, quindi, non dipendono dalla stampa italiana, ma dai vertici del Cavallino che, per ora, preferiscono tacere. 

 Robert Kubica si gode il successo alla 24 Ore di Le Mans con la 499P dell'AF Corse

Robert Kubica si gode il successo alla 24 Ore di Le Mans con la 499P dell’AF Corse

Foto di: Rainier Ehrhardt

La favola? E’ quella di Robert Kubica, l’asso polacco che ha preso per mano il cinese Ye Yifei e il debuttante britannico Phil Hanson per portarli sul gradino più alto di Le Mans. Il sogno rosso lo aveva visto svanire nel 2012 quando avrebbe dovuto correre in F1 e non è mai diventato un pilota ufficiale della Ferrari. Oggi ha sfidato le 499P “50” e “51”, punzecchiando le rosse con un passo gara insostenibile per chi guida quasi con una mano sola. Roba da fuoriclasse che cancella ogni forma di handicap con passione, professionalità, competenza e velocità. Il quarantenne di Cracovia ha indicato cosa significa #essereferrari. E qualcuno dovrebbe prenderne esempio… 

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