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Sabato 13 settembre (alle 11), nella Sala Consiliare del Comune di Barga, la critica Carol Morganti, presenterà il suo libro dedicato al nostro illustre concittadino Umberto Vittorini.

Sono passati 51 anni,  da quando, in quella stessa sede,  il critico Dino Carlesi, tenne un pubblico discorso sulla figura e l’attività artistica di Vittorini, in occasione della cerimonia di consegna dello stemma d’oro, del Comune di Barga, al Maestro.

La scelta di una presentazione a Barga, non è legata solo ai natali dell’artista, o alla mostra in corso  “Barga incantata. Visioni del paesaggio dell’anima nell’arte di Alberto Magri, Adolfo Balduini, Bruno Cordati, Umberto Vittorini”.

È  anche un riconoscimento al rinato interesse per l’artista, seguito alle diverse iniziative, che nell’ultimo decennio, si sono tenute nella nostra cittadina, partendo dall’importante mostra “Umberto Vittorini nelle collezioni private. Tradizione e modernità nella pittura di un maestro del Novecento” del 2016, e successivo catalogo,  promosse e organizzate  dalla Fondazione Ricci e dalla sua Presidente Cristiana Ricci.

Conseguenza diretta, è stata l’apertura, dopo alcuni anni, dell’esposizione permanente della Collezione Vittorini Barga, patrocinata da Comune di Barga, Fondazione Ricci e Giornale di Barga. Questo luogo, che raccoglie, non solo importanti e variegate opere, ma testi, documenti e cimeli, offre allo studioso, strumenti, per  addentrarsi dentro il mondo Vittoriniano, complesso e in parte inesplorato.

Carol Morganti, da storica dell’arte, autrice di cataloghi d’arte e monografie su temi di iconografia, disegno, incisione, arte nella Grande Guerra e della Shoah, ha affrontato questa sfida, consapevole di  un importante bagaglio formativo, e maturate esperienze, come quella  con la rivista “Grafica d’arte” e con l’Associazione Arte Grande Guerra.

All’interno di quest’ultima, con il contributo di  Dario Malini, ha curato mostre e pubblicato cataloghi sull’opera dispersa degli artisti soldato e di artisti testimoni della Grande Guerra, come il nostro Vittorini.

Lo stesso Dario Malini, ha recensito il libro con queste parole.

Dopo oltre tre anni di lavoro, è finalmente arrivato nelle librerie — fisiche e online — il catalogo d’arte “Umberto Vittorini. Dipinti e grafiche di un artista toscano. Gli inizi, la Grande Guerra, il dopoguerra” , a cura di Carol Morganti, con prefazione di Nicola Micieli, pubblicato da Rhinoceros edizioni. La prima parte del volume, dedicata al periodo prebellico (1906–1915), ricostruisce il contesto in cui prese forma la poetica di Umberto Vittorini: il legame con la tradizione toscana e l’interesse per i maestri dell’arte moderna — da Cézanne a Van Gogh, da Matisse a Gauguin. Pagine preziose dei suoi taccuini giovanili, finora inediti, accompagnano il lettore nell’intimo laboratorio della sua formazione artistica. Il cuore della pubblicazione è dedicato agli anni della Grande Guerra. A partire dal 1916, Vittorini combatté sull’Altopiano di Asiago, affidando alle immagini le sue impressioni di quel periodo drammatico. I numerosi disegni — molti dei quali inediti — diventano un potente strumento per comprendere l’impatto del conflitto sulla sua visione del mondo. Due “taccuini di guerra” raccolgono gran parte di questi lavori, molto diversi tra loro: nel primo, dominano i paesaggi, letti come esercizio pittorico e atto di resistenza estetica in mezzo alla distruzione; nel secondo, prevale invece la cronaca della vita militare, in un diario visivo che documenta l’ultimo anno di combattimenti. Questa sezione del catalogo presenta anche una selezione di disegni su fogli sciolti, dedicati in particolare all’aspetto umano della guerra: donne sole nei villaggi, civili travolti dai bombardamenti, soldati di entrambi gli schieramenti, caduti, prigionieri. Vittorini li osserva senza retorica, cogliendone l’umanità ferita, al di là delle bandiere. La terza e ultima sezione è dedicata al dopoguerra (1918–1929), un periodo di grande maturità creativa. È in questi anni che Vittorini intreccia un intenso rapporto con Pisa, città cui dedica vedute di straordinaria bellezza, capaci di coniugare la lezione dell’ultimo Fattori con le tensioni formali della modernità. In queste opere — equilibrate, luminose, essenziali — emerge una pittura di sintesi, rigorosa e coerente, sempre più orientata all’unità della visione. Anche nella grafica, Vittorini si distingue: le sue acqueforti, moderne e incisive, gli valgono il riconoscimento di critici come Bellonzi, Carlesi e Micieli, che lo collocano — a pieno titolo — accanto a Morandi e Bartolini. Un catalogo ricco, curato, coinvolgente, che si impone come testo di riferimento per la produzione giovanile dell’artista, il cosiddetto “periodo pisano”. Ma soprattutto, un libro che racconta come Umberto Vittorini riuscì a trasformare la tragedia della guerra in una riflessione profonda e luminosa sull’uomo, l’arte e la persistenza della bellezza.

Grazie anche alla disponibilità dell’Amministrazione Comunale, ora una bella occasione, per approfondire, la conoscenza di una delle nostre eccellenze in campo artistico.

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