Maria Vittoria Backhaus, una delle figure più originali e innovative della fotografia italiana contemporanea, capace di unire reportage, moda e ricerca artistica in un linguaggio ironico, raffinato e sperimentale, è morta all’età di 83 anni nella sua casa di Rocchetta Tanaro (Asti).
Nata a Milano nel 1942, la carriera di Backhaus inizia negli anni Sessanta, dopo gli studi in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Chi era
Frequenta il leggendario Bar Jamaica di Milano, fucina creativa della scena milanese e punto d’incontro con grandi nomi della fotografia come Ugo Mulas, Alfa Castaldi e Mario Dondero. Inizia come fotoreporter documentando la scena culturale, politica e musicale dell’Italia beat, ma ben presto si scontra con i limiti imposti alle donne nel mondo dell’informazione visiva. Così decide di volgere lo sguardo altrove, trovando nella fotografia di moda e nello still life uno spazio più libero, dove esprimere la sua visione creativa senza compromessi.
Negli anni Ottanta Maria Vittoria Backhaus inizia a collaborare con “L’Uomo Vogue” e “Casa Vogue”, diventando una firma riconoscibile grazie a uno stile audace e inconfondibile: set costruiti come scenografie teatrali, colori accesi, ironia dissacrante, attenzione ai dettagli e un gusto sempre raffinato.
La moda, per lei, non era mai fine a se stessa, ma un pretesto per raccontare altro: il superfluo elevato a linguaggio critico, l’estetica come strumento per osservare la realtà.
Ha firmato campagne per i più importanti marchi internazionali, tra cui una collaborazione ventennale con Flexform, e ha pubblicato le sue immagini su molte riviste di moda. Parallelamente alla produzione commerciale, ha portato avanti una vasta attività di ricerca personale, tra collage, miniature votive, reportage surreali, immagini di circhi e concorsi per cani, fino ai ritratti di icone come Caterina Caselli e Carla Fracci.
Nel 2023, il Middle MonFest di Casale Monferrato le ha dedicato la sua prima grande antologica italiana: “I miei racconti oltre la fotografia”, mentre il Brescia Photo Festival le rende omaggio nel 2025 con una retrospettiva che raccoglie oltre cento opere, a testimonianza di una carriera lunga, coerente e sempre innovativa.
Negli ultimi anni aveva lasciato Milano e si era trasferita a Rocchetta Tanaro, in Piemonte, dove ha continuato a lavorare al recupero e alla valorizzazione del suo vasto archivio fotografico.
Nel 2021 aveva ricevuto il Premio alla carriera Arturo Ghergo, consacrazione di un percorso artistico che ha contribuito a ridefinire il linguaggio fotografico in Italia.