di
Federica Maccotta

L’invito a non proiettare film, partecipare a festival o lavorare con istituzioni che appoggiano il genocidio. «Ci ispiriamo al boicottaggio contro l’apartheid in Sudafrica»

Oltre 1300 artisti del cinema hanno firmato un appello a non collaborare con le istituzioni cinematografiche israeliane «coinvolte nel genocidio». Tra i nomi (la lista è in continuo aggiornamento) ci sono registi come Yorgos Lanthimos e attori come Olivia Colman, Mark Ruffalo, Tilda Swinton e Javier Bardem. L’iniziativa, spiegano gli organizzatori, si ispira al boicottaggio contro l’apartheid in Sudafrica, quando i registi hanno deciso di non proiettare i propri film. 

«Come registi, attori, operatori dell’industria cinematografica, riconosciamo il potere del cinema di plasmare le percezioni», si legge nell’appello Film Workers for Palestine, firmato tra gli altri da Ken Loach, Josh O’Connor e Susan Sarandon. L’esortazione arriva a pochi giorni dalla chiusura della Mostra del cinema di Venezia, dove il tema della Palestina è stato centrale (dalle dichiarazioni dei vincitori al Leone d’argento a The voice of Hind Rajab).



















































«Rispondiamo all’appello dei registi palestinesi, che hanno esortato l’industria cinematografica internazionale a rifiutare il silenzio, il razzismo e la disumanizzazione, nonché a “fare tutto ciò che è umanamente possibile” per porre fine alla complicità nella loro oppressione. Ispirati dai registi uniti contro l’apartheid che si sono rifiutati di proiettare i loro film nel Sudafrica dell’apartheid, ci impegniamo a non proiettare film, apparire o collaborare in alcun modo con istituzioni cinematografiche israeliane, tra cui festival, cinema, emittenti e società di produzione, implicate nel genocidio e nell’apartheid contro il popolo palestinese».

Sul sito in cui appaiono i nomi dei firmatari, la sezione delle faq aiuta a chiarire come comportarsi e selezionare le realtà in Israele con cui lavorare o meno. «Le emittenti pubbliche e private israeliane sono coinvolte da decenni e in modo continuativo nel mascherare, negare e giustificare i crimini di guerra di Israele e il crimine contro l’umanità dell’apartheid, come Amnesty International ha definito il regime israeliano contro i palestinesi», si legge sul sito della raccolta firme. Anche molti dei festival cinematografici israeliani, viene spiegato, collaborano con il governo. Questo non significa, naturalmente, che non sia possibile collaborare con gli israeliani che non sostengono le azioni di Benjamin Netanyahu. Ma l’appello invita a informarsi per scegliere con coscienza con chi collaborare. 

8 settembre 2025