Medici e infermieri intimiditi, insultati o addirittura strattonati e picchiati. Non si arrestano le violenze contro i professionisti della Sanità all’interno degli ospedali nonostante l’attivazione dei posti di polizia in 22 nosocomi del Lazio. Serata da incubo all’ospedale San Camillo dove ad essere aggredito selvaggiamente è stato un infermiere. Pugni sul volto e calci sulla schiena sferrati ancora una volta da un parente di una persona ricoverata. Una furia che ha richiesto prima l’intervento della vigilanza interna, poi degli agenti di polizia. In sei hanno dovuto fermare quell’uomo che si è avventato contro l’infermiere. 
L’aggressore è il familiare di una donna che era ricoverata in codice rosa, il percorso di accoglienza e cura riservato a vittime di violenza. Il San Camillo, tra l’altro, è un’eccellenza nel settore, ospitando da anni uno Sportello antiviolenza che ha già supportato migliaia di donne inserendole in programmi di assistenza e protezione.

LA DENUNCIA
La furia violenta si è scatenata venerdì alle 20,45 nel reparto di Medicina 1B, all’interno del padiglione Maroncelli. L’aggressione è avvenuta in un orario che non consente visite, tra l’altro, senza considerare che la paziente, essendo ricoverata in codice rosa, è tutelata da un particolare percorso di assistenza. Una vera beffa insomma. Quell’uomo ha iniziato a creare problemi a una infermiera. Un collega, quindi, è intervenuto per aiutarla, ma è rimasto vittima della violenta aggressione. Prima un pugno sulla mandibola, poi, una volta a terra, una scarica di calci. L’operatore sanitario, rincorso dall’uomo, è riuscito a chiudersi dentro la stanza dei medici. La vittima è stata salvata dai vigilanti e della polizia ed è stata portata nel pronto soccorso dell’ospedale: per lui sette giorni di prognosi. Il violento, nel frattempo, è stato fermato e portato via dagli agenti di polizia.

A denunciare l’aggressione i sindacati. «Condanniamo fermamente il gravissimo episodio, simili eventi non possono più essere tollerati o minimizzati – afferma Davide Leso, segretario Uil Fpl San Camillo Forlanini – è inaccettabile che chi presta assistenza sanitaria debba temere per la propria incolumità. Si devono attivare con urgenza misure per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari ed elaborare e implementare programmi di prevenzione grazie a un monitoraggio costante».

«La direzione ha già provveduto a mettere in atto ogni azione necessaria alla tutela dei lavoratori, interloquendo immediatamente con le autorità competenti – ha detto il direttore generale Angelo Aliquò -. La direzione strategica provvederà alla costituzione in giudizio, non appena ve ne sarà la possibilità».  A marzo scorso, sempre all’interno del San Camillo, un altro gravissimo episodio. Cinque professionisti vennero circondati e aggrediti dai due nipoti di una paziente. Non solo: vennero rinchiusi dentro una stanza del reparto di Medicina Interna.


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