di
Marco Pessina
La rivelazione dell’Italbasket dopo la (fallimentare) spedizione europea: pronta la maglia della Virtus Bologna. Ed è già pronto a esordire anche il fratellino Cheikh
Uno striscione campeggia all’imbocco della provinciale, vicino al centro sportivo di Mandello del Lario, a un quarto d’ora da Lecco. «Abbiamo un campione NBA in città», è stampato sulla prima riga, poi un in bocca al lupo, tutto in inglese. È la dedica che il Comune ha rivolto alla stella del basket italiano del momento: Saliou Niang. Ventun anni, nato in Senegal, ma da quando ne ha tre sta nel paese incastonato tra il lago e le montagne. A fine giugno è stato scelto dai Cleveland Cavaliers. La franchigia a stelle e strisce manterrà i diritti su di lui, ma nella prossima stagione resterà in Serie A1, vestirà la maglia della Virtus Bologna. Con una Coppa Italia e uno scudetto già riposti in bacheca, ha sbancato al debutto in azzurro. Agli Europei ha impressionato con la sua esplosività tra schiacciate, stoppate e recuperi. L’Italia si è dovuta arrendere domenica allo strapotere dello sloveno Luka Doncic, ma anche agli ottavi Niang si è fatto valere in un momento chiave.
A Mandello in molti sono meravigliati di avere un asso della pallacanestro in casa. Non chi lo conosce da quando, in seconda elementare, è entrato nella palestra della polisportiva locale. Come molti suoi compagni di scuola, il suo sogno era di diventare un calciatore affermato e all’inizio ha praticato entrambe le discipline. Talento e passione lo hanno portato a giocare poi solo con la palla a spicchi. Umberto Colombo e Gloria Bussola lo hanno allenato per tutto il minibasket fino alla categoria Esordienti (Under 12). «Atleticamente Saliou stava una spanna sopra a tutti, ma ha sempre mantenuto un atteggiamento umile — ricordano all’unisono i coach —. Entrava spesso in palestra prima degli altri e si fermava ad allenarsi con i più grandi, lo chiedeva sempre dicendo “per favore”». Con le sue doti, per confrontarsi alla pari, Niang in quarta elementare faceva gli allenamenti già con i ragazzi di prima media.
Saliou ha vissuto con la famiglia (mamma, papà, due fratelli e una sorella) nella parte alta del paese, nella frazione di Rongio, in una casa popolare. A piedi ci vuole mezz’ora per arrivare al campo e di frequente ci andava sulle proprie gambe con qualsiasi condizioni meteo. «Non è mai stato il tipo di persona che chiede un favore, piuttosto fatica il doppio degli altri» racconta il suo migliore amico e compagno di squadra alle giovanili, Vittorio Rossani. Una volta, aggiunge, «per andare a una partita, gli si sono bloccati i freni della bici e a una curva della discesa si è schiantato contro un muro. Ha riportato un trauma cranico, in ospedale è stato suturato con diversi punti, è vivo per miracolo».
Riservato e calmo nella vita privata, determinato, grintoso e carismatico sul parquet. A 21 anni sa accendere una partita. Come nel match contro la Spagna, quando le sue giocate hanno fatto uscire l’Italia dal 13-0 di blackout iniziale. Una fiammata di energia da “doppia doppia” (10 punti e 10 rimbalzi) in 15 minuti. Non si vedeva un azzurro Under 22 segnare almeno 10 punti dagli Europei del 2013 con Alessandro Gentile. Niang ha raggiunto questa soglia quattro volte su cinque. Ha conquistato la fiducia di coach Gianmarco Pozzecco ed è rimasto in panchina soltanto contro Cipro, per un infortunio non grave alla caviglia destra (non quella già operata due volte).
«Saliou è un ragazzo dei nostri, col basket si è integrato» esclama il sindaco mandellese Riccardo Fasoli.
Ha partecipato fino a qualche anno fa ai tornei estivi sui campetti all’aperto del territorio. Quando è tornato a luglio in paese ha chiesto di allenarsi nella “sua” palestra e ha confidato il desiderio di organizzare qualche manifestazione cestistica per ispirare i bambini a credere nel sogno. «Sono doppiamente orgoglioso — aggiunge il primo cittadino — perché il successo di Saliou è frutto dei sacrifici suoi e della sua famiglia. Pure il fratello maggiore, Ibrahim, era bravo a basket ma, insieme al padre, ha preso in mano le sorti della famiglia».
C’è stata poi la fortuna per l’ala piccola di 199 cm di trovare le persone giuste lungo il percorso. A partire dall’allenatore Marco Bugana, anche lui di Mandello, che ha notato le sue doti atletiche e ha portato con sé l’allora 14enne Niang al progetto giovanile della Fortitudo Bologna. E poi l’incontro con il brianzolo Paolo Galbiati in panchina a Trento, che ha comportato anche il debutto in Serie A. E ora che Saliou è tornato a Bologna, ma con le V nere, a Trento esordirà suo fratello minore Cheikh, a giorni compirà 17 anni, per molti un altro ottimo prospetto. È fresco di uno scudetto Under 17 e nella finale contro Cantù si è guadagnato il titolo di miglior giocatore in campo. Una nuova dinastia nel basket, che parte da quel ramo del lago di Como.
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9 settembre 2025
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