di
Piero Rossano

Eletta miglior «libero» del torneo di Bangkok la pallavolista campana lascia l’azzurro a 38 anni. Piano di Sorrento e Sant’Agnello se ne contendono le origini, chi è l’atleta campionessa del mondo dopo aver vinto anche le Olimpiadi

A 38 anni, con ancora tutta la vita davanti, si può forse a ragion veduta rinunciare a una dimensione e una parentesi che hanno contribuito ad arricchirti come atleta e persona: «L’ho detto e lo confermo: lascio la Nazionale. Continuerò però a giocare finché riuscirò a farlo ancora a certi livelli». Monica «Moki» De Gennaro ha messo domenica un punto sotto una parte di carriera che consegna ancora di più lei e le azzurre di Julio Velasco alla storia della pallavolo internazionale: dopo l’oro olimpico del 2024, l’Italvolley si regala anche il tetto del mondo, bissando il successo di 23 anni fa. E nell’apoteosi di Bangkok, sebbene dietro parole scandite senza tradire alcuna inflessione delle aree di provenienza, si parla anche un po’ napoletano. 

Il cuore in Penisola Sorrentina

«Moki», per la verità, è originaria della Penisola Sorrentina. Nativa di Piano di Sorrento ha poi stabilito la sua residenza a Sant’Agnello e le due località si contendono fieramente, da anni, l’appellativo di sua città d’origine. Del napoletano, come lingua o almeno accento, il «libero» premiato come la migliore giocatrice nel suo ruolo agli ultimi mondiali, non ha quasi più nulla: dalla Penisola è partita a 13 anni per cominciare a girare mezza Italia e ad inseguire il sogno di essere un giorno una campionessa di pallavolo. Cosa che le è riuscita, nonostante la sua statura: considerevole nella vita di tutti i giorni, “ridotta” in qualche modo a considerare le giganti fra cui si è ritrovata in carriera. 



















































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Il sodalizio nella vita e nello sport con Santarelli

Della sua ultima apparizione in maglia azzurra, al culmine di una carriera da incorniciare, restano due immagini: quella delle colleghe che la prendono letteralmente di peso per proiettarla in alto, per poi riprenderla e ripetere il gesto più volte, come si fa con i protagonisti assoluti di una vicenda di sport che resterà negli annali; e il gesto di Anna Danesi, neo capitana delle azzurre, quando sul podio di Bangkok, prima di sollevare il trofeo di campionesse del mondo, l’ha chiamata e l’ha voluta accanto per condividere con lei questo storico momento. Un passaggio di consegne che resterà forse scolpito, assieme a tanti altri, nella memoria di «Moki» (e pensare che era stata anche messa fuori dal gruppo azzurro prima che Velasco la richiamasse). Così come l’abbraccio lontano dalle telecamere con il marito, Daniele Santarelli, allenatore di pallavolo, sposato nel 2017 e ritrovato domenica sulla panchina delle avversarie della Turchia: nel giro di quattro mesi all’amore della sua vita ha inferto due amarezze, la sconfitta in Nations League e poi quest’ultima. 
Ma oltre che tra le mura domestiche i due si ritroveranno ancora sui campi di gioco, stavolta dalla stessa parte: Santarelli è anche l’allenatore dell’Imoco Conegliano, un altro miracolo dello sport. Ma questa è un’altra storia.


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8 settembre 2025 ( modifica il 8 settembre 2025 | 15:24)