Garlasco, 8 settembre 2025 – Nell’ambito della nuova inchiesta della Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi, si fa sempre più probabile la richiesta di una proroga per l’incidente probatorio. L’accertamento, affidato dal gip Daniela Garlaschelli alla genetista Denise Albani, ruota attorno a un punto cruciale: stabilire se il Dna rinvenuto sotto le unghie della vittima sia effettivamente utilizzabile e possa essere attribuito ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Tuttavia, per procedere è necessario recuperare i dati grezzi utilizzati nel 2014 dal professor Francesco De Stefano, all’epoca perito della Corte d’Appello che condannò Alberto Stasi a 16 anni di carcere. Al momento, infatti, sono stati trasmessi solo quelli del Ris di Parma, rendendo difficile concludere le analisi entro i 90 giorni previsti, scaduti lo scorso 17 giugno.

Il nuovo appuntamento in Questura

Un ulteriore passaggio dell’indagine è fissato per mercoledì alle 11:30 presso la Questura di Milano, dove il dirigente Domenico Marchigiani ha convocato i consulenti delle parti coinvolte: la Procura pavese, le difese di Sempio e Stasi e i legali della famiglia Poggi. L’incontro servirà ad avviare le verifiche sulle impronte latenti, ovvero quelle non immediatamente visibili e che richiedono tecniche specifiche per essere rilevate, presenti su alcuni reperti prelevati nella villetta di via Pascoli subito dopo il delitto.

Le analisi sui reperti del delitto di Garlasco

Gli accertamenti riguarderanno diversi oggetti conservati nell’immondizia sequestrata 18 anni fa: l’etichetta arancione di un bricchetto di Estathè, una confezione di biscotti, un sacchetto con cereali e lo stesso contenitore della pattumiera con i resti della colazione. Tra questi spicca la cannuccia dell’Estathè, sulla quale è stato isolato il Dna di Stasi, ad oggi l’unico risultato inedito emerso dalle analisi genetiche più recenti.

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