di Maria Vittoria Venturelli
Un anno dopo l’insediamento, il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale torna sul tema della sanità, che da sola assorbe l’80% del bilancio dell’ente.
Alla Festa dell’Unità di Ravenna, intervistato dal vicedirettore del Resto del Carlino, Valerio Baroncini, e dal direttore del Corriere Romagna, Gianluca Rossi, riparte dalla scelta più discussa dell’inizio della sua legislatura, l’aumento di Irpef, Irap, bollo auto e ticket, definita “impopolare ma necessaria” per non tagliare il servizio pubblico.
“Siamo la generazione che ha beneficiato di uomini e donne che prima hanno scritto l’articolo 32 della Costituzione e poi negli anni 70 hanno istituito il servizio sanitario nazionale e hanno trasformato una bellissima pagina della Costituzione in un fatto concreto. Noi non saremo mai la generazione che torna indietro”. E chi propone di “spostare” l’equilibrio verso il privato, trova una replica netta: “Mi si indichi dove un sistema assicurativo costa meno al cittadino”. L’idea è anche che sia la comunità tutta a farsi carico dei più fragili: persone con disabilità e non autosufficienti.
I conti, intanto, vanno messi in sicurezza: il bilancio è in “rosso” per 635 milioni e l’obiettivo è “riportarlo in equilibrio entro cinque anni, facendo ulteriori passi avanti sul diritto alla salute”. Sulle responsabilità del definanziamento, de Pascale evita scorciatoie: “Attribuire tutto al governo Meloni sarebbe disonesto: da almeno quindici anni la sanità non è stata una priorità”. Proprio per questo, nel confronto con Roma chiede che la prossima manovra adegui il Fondo sanitario almeno all’inflazione (circa 200 milioni per l’Emilia-Romagna): una misura per non trasformare il caroprezzi in tagli occulti a personale e servizi. Lo sguardo, però, è anche politico: nel 2027 si vota e “tocca al centrosinistra mostrarsi credibile nell’aumentare l’investimento in salute”. Aeroporti. L’aumento dei turisti stranieri è molto vincolato ai collegamenti aerei, ma “non è possibile che un distretto di queste dimensioni e importanza abbia percentuali così basse di stranieri”. Per questo a settembre arriverà lo studio sul sistema aeroportuale regionale, che prevede il taglio delle tasse aeroportuali negli scali sotto il milione di passeggeri per incentivare le compagnie a usarli. La situazione vede Bologna restare pivot con investimenti crescenti; Rimini, azzerato il mercato russo, è tornata in equilibrio; Forlì e Parma vivono difficoltà oggettive, nonostante i sacrifici degli imprenditori. “La Regione – chiarisce de Pascale – vuole essere un attore, ma sia chiaro che nessuno può garantire a uno scalo di sopravvivere a prescindere”.
Alluvione e delocalizzazioni. Sul dossier più complesso, il governatore rivendica un cambio di passo nei rapporti col governo. Al commissario Curcio è stata attribuita la possibilità di far fronte ai danni 2024 e da un mese e mezzo sono aperte le domande. Entro quindici giorni è attesa anche l’ordinanza sulle delocalizzazioni, ora alla Corte dei Conti, con risorse maggiori rispetto a quelle indicate dal commissario Figliuolo. Saranno più ampie anche le casistiche: “Se si riveleranno insufficienti, lavoreremo per aumentarle”. Per tante famiglie è decisivo: scegliere se ricostruire dove ci si trovava oppure ricevere un indennizzo e ripartire altrove, in un sito più sicuro concordato con il Comune, o acquistare un altro immobile nello stesso territorio. “Un’opportunità che non ricapiterà – sottolinea de Pascale -. Uscita l’ordinanza, torneremo nei territori. Non possiamo permetterci di fallire”. E’ intervenuta un’alluvionata di Traversara chiedendo certezza sui tempi della ricostruzione; il governatore, dopo aver fatto un mea culpa, ha risposto e assicurato che ci sarà un’accelerazione sulle pratiche e punta a far partire già questa settimana i lavori sul Lamone.