Appuntamento venerdì 12 settembre alle ore 21.30

Liberi sulla Carta è è pronta ad aprire le sue porte. Avvicinandoci al fine settimana della Fiera dell’Editoria Indipendente (12-14 settembre) cominciano ad essere annunciati i primi ospiti ed eventi. 

Tra le voci più attese di questa edizione spicca quella di Anna Foglietta che, nella prima serata della fiera, leggerà ai presenti alcuni passi tratti dal libro Il gelso di Gerusalemme. L’altra storia raccontata dagli alberi di Paola Caridi (Feltrinelli). La maestria e l’intensità espressiva di Anna Foglietta, accompagnata dal ritmo delle percussioni di Alessia Salvucci, daranno vita alle parole della Caridi, creando un’esperienza potente ed evocativa. Si promette un appuntamento aperto all’emozione e alla riflessione, nello spirito del festival che nasce con l’intento di dare voce a narrazioni autentiche e creare spazi di dialogo su temi di attualità e rilevanza culturale. 

Il gelso di Gerusalemme intreccia memorie, radici e vicende storiche, narrate attraverso la voce degli alberi. Paola Caridi racconta le origini e i significati delle piante e dei giardini simbolo del Medio Oriente e del Mediterraneo, dal gelso di Gerusalemme, agli ulivi di Betlemme, ai sicomori di Gaza.

Tramite le storie di questi silenziosi osservatori, si raccontano anche le storie degli uomini e delle donne che hanno deciso di abitare quelle terre, si narrano il dolore e la crudeltà che le hanno attraversate. Caridi vuole offrirci così una nuova prospettiva, invitandoci a guardare con occhio diverso, e più empatico, la sofferenza e la resistenza di una terra e del suo popolo. 

Tra le pagine del suo libro si racconta di una doppia colonizzazione: quella dell’uomo, e dentro la storia umana, quella del potere che trasforma i luoghi. Si trovano concetti di “botanica politica” e “colonialismo botanico” con cui si racconta la potente arma politica che rappresenta il controllo di un territorio e della sua natura. Ridisegnare i confini, i nomi e le origini di un paesaggio diventa allora un forte strumento di potere, in grado di influenzare culture e immaginari. 

Così gli alberi non sono solo parte di una natura modificata e modellata dall’uomo, ma simboli culturali e identitari, emblemi di memoria e radicamento, che tengono traccia delle trasformazioni che li stravolgono. Ma gli alberi sono sopratutto i testimoni silenti della storia dell’uomo e, come ci ricorda Paola Caridi: “È tempo di ascoltare un’altra storia, oltre quella piccola e crudele definita da noi umani con il sangue di altri umani. È tempo di imparare dagli alberi, e chiedere perdono”.