MATERIAL LOVE. Nelle sale
Per niente facile costruire un matrimonio. Intuire la giusta combinazione sentimentale, analizzare compatibilità e differenze, levigare gli stati d’animo per farli combaciare, ribaltare i contrasti. Lucy (Dakota Johnson) è la giovane star di un’agenzia di matchmaking per ricchi o aspiranti tali. Crea coppie con dosato cinismo, trova il partner migliore per single in crisi e gente solitaria, sa come toccare le corde giuste per dare vita alla sinfonia di coppia. Una professionista esemplare che però non ha relazioni personali da esibire. Scelta o sfortuna? In realtà, Lucy è convinta che fondere due anime gemelle sia il risultato di un’equazione matematica, più che la somma di emozioni diverse ma alla fine convergenti. Si ritiene emancipata, con molto senso di responsabilità, ma è prigioniera degli schemi che utilizza per il lavoro. La tegola dell’amore le cade in capo in una duplice versione.
Di qui, John (Chris Evans), aspirante attore, squattrinato cronico, un lavoro precario come cameriere. Di là il fascinoso miliardario Harry (Pedro Pascal), uomo copertina incontrato guarda caso a una festa di matrimonio. Di fronte ai due «soggetti sensibili» le convinzioni di Lucy vacillano. La ragazza oscilla, attratta sia dalla dolcezza del povero sia dalla prestanza fisica e sociale di Harry, indicato nello slang come un «unicorno», in pratica il candidato perfetto per le nozze, uno che tutte vorrebbero sposare. Il sentimento per John è forte, ma il conto in banca di Harry ha aspetti interessanti. Entrando in prima persona nell’arena dei nubendi, Lucy perde lucidità: rischia la carriera e deve rivedere antichi principi. La rom-com dell’amore introvabile nella città degli spaiati e dei tristi è curiosamente diretta da Celine Song, la regista del delizioso Past Lives, alla prima esperienza americana.
Lucy smette di essere il robot cerca spose-sposi, cercando di scoprire la direzione giusta verso una relazione stabile. Chi sceglierà tra John e Harry? Celine Song usa con buoni risultati la commedia romantica per proporre temi all’ordine del giorno come l’autonomia sentimentale, la legge del desiderio, le scelte che si compiono in nome della ragione e si cancellano in nome delle emozioni. L’amore per Song è una forma di resistenza: la scelta consapevole di dare significato a sogni e bisogni in un contesto che sembra volerli azzerare. Lo stile del film è affilato, musicale, pieno di rivelazioni. Un non-melodramma sull’amore circolare, triangolare, geometrico. Con una vera lezione sulle tappe del percorso affettivo: l’ansia della prima volta, la paura di essere feriti, la gioia contagiosa di un momento condiviso. I luoghi non sono solo cornice, orientano la storia. Nel piccolo romanzo passionale, Dakota Johnson è l’interprete ideale: la sua Lucy è delicata ma decisa, un esempio di onestà emotiva.
MATERIAL LOVE di Celine Song
(Usa-Finlandia, 2025, durata 109’, Eagle Pictures)
con Dakota Johnson, Pedro Pascal, Chris Evans, Marin Ireland, Sawyer Spielberg
Giudizio: 3 ½ su 5
Nelle sale