Si è spento all’ospedale di Nuoro il pittore Graziano Salerno. Nato nel 1954, le sue condizioni di salute erano molto peggiorate negli ultimi mesi. Salerno era considerato una figura di rilievo nel panorama artistico isolano, e lo scorso dicembre era stato protagonista di una mostra alla Fondazione di Sardegna a Cagliari, curata da Cristiana Collu, con circa duecento opere: soprattutto acquerelli, spesso intrecciati a poesie e parti di narrazioni. Da poco alcuni suoi disegni erano diventati arazzi dello Studio Pratha. Artista difficile da classificare, Salerno aveva esposto anche alla Biennale di Venezia.
“Graziano Salerno e gli artisti come lui” scrive Collu “incarnano non tanto l’archetipo dell’artista maledetto, ma il lato più selvaggio e fauve che in qualche misura tutti possiamo avere sperimentato almeno una volta, magari solo come pensiero, una libertà anche a prezzo della dissipazione più completa della propria vita e della propria formidabile capacità di creare”.
Dopo aver appreso i primi rudimenti artistici nel collegio religioso di Galanoli, Salerno aveva seguito la vocazione della pittura anche in lunghi soggiorni all’estero. Tra Nuoro, Bologna, Roma, Parigi e altre mete, la sua è stata una vita caratterizzata da periodi di grande difficoltà, ma l’affetto di molti nuoresi non era venuto meno. Spesso, negli anni, lo si è visto dipingere nelle strade della città, seguendo una personale idea di “museo in valigia”. “Senza poesia in nessun caso”, come recita il verso di Baudelaire che dava il titolo all’ultima mostra cagliaritana.
Nel servizio, l’intervista di Francesco Riccardi a Graziano Salerno