di
Ludovica Lopetti

Il presidente di Stellantis dovrà svolgere lavori di pubblica utilità o socialmente utili sulla base di un «programma di trattamento» concordato con i pm. Ma restano aperte le cause in Italia e Svizzera

Dopo il sì della procura di Torino per la messa alla prova nei servizi sociali, la nota degli avvocati di John Elkann si affretta a mettere i puntini sulle i: «Le determinazioni dei pubblici ministeri, anche alla luce della definizione complessiva con l’Agenzia delle Entrate delle possibili controversie attinenti agli oneri tributari potenzialmente gravanti sui fratelli in qualità di eredi di Donna Marella Agnelli — scrive l’avvocato Paolo Siniscalchi — aprono la possibilità di concludere con celerità e definitivamente» la vicenda. «La richiesta di messa alla prova» per John Elkann «si colloca in questo quadro e non comporta, come del resto la definizione con il fisco, alcuna ammissione di responsabilità».

Attività a favore della collettività

Per il presidente di Stellantis potrebbero presto spalancarsi le porte di un’istituzione salesiana, dove per 10 mesi dovrà svolgere lavori di pubblica utilità o socialmente utili sulla base di un «programma di trattamento» concordato con i pm. Ma che il giudice dovrà ratificare. Nel frattempo, il procedimento sarà sospeso e, se il percorso verrà valutato positivamente dal gip, i reati si estingueranno e non ne resterà traccia al casellario. Contattati dal Corriere, per ora i portavoce della congregazione religiosa rispondono con un cortese «no comment».



















































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La via scelta da Elkann è prevista dal 2014 e consiste nella prestazione di un’attività lavorativa non retribuita a favore della collettività, come l’assistenza a persone fragili o il supporto a enti del terzo settore attivi nel sociale, come le organizzazioni di volontariato e di assistenza sociale.

La versione di Margherita

Opposta la visione fornita dall’avvocato Dario Trevisan, legale di Margherita Agnelli, figlia dell’Avvocato e mamma di John, Ginevra e Lapo: le iniziative degli indagati «comportano, nella sostanza, una inequivocabile ammissione di responsabilità e acquiescenza rispetto ai fatti contestati, evidentemente nella consapevolezza di John Elkann e di Gianluca Ferrero dell’insussistenza dei presupposti per ottenere una sentenza assolutoria. Ne risulta confermata, tanto in sede tributaria, quanto in quella penale, la gravità delle condotte illecite poste in essere anche a danno di Margherita, con rilevanti ripercussioni sui procedimenti civili pendenti in Italia e in Svizzera». 

Sempre a Torino prosegue infatti la causa civile intentata dalla figlia di Gianni Agnelli per far dichiarare la nullità dei patti successori del 2004, in cui rinunciò alle sue pretese ereditarie, compresa la quota nella Dicembre, la «cassaforte» dell’impero che oggi fa capo a John.


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9 settembre 2025 ( modifica il 9 settembre 2025 | 10:31)