Due studi internazionali offrono dati promettenti sulla sicurezza dell’allattamento dopo una diagnosi oncologica, aprendo la strada a un percorso più consapevole e personalizzato. Fondamentale il supporto del team multidisciplinare, con infermieri in prima linea nell’assistenza e nel counseling.
L’allattamento dopo un tumore al seno: tra dubbi clinici e nuove prospettive
Due studi internazionali offrono dati promettenti sulla sicurezza dell’allattamento dopo una diagnosi di tumore al seno.
Per molte donne con una precedente diagnosi di tumore al seno, la maternità rappresenta un obiettivo complesso, spesso ostacolato dal timore di recidiva e dalle incertezze legate all’allattamento.
Due studi presentati all’ESMO 2024 e pubblicati su Annals of Oncology offrono dati incoraggianti: l’allattamento risulta non solo possibile, ma anche sicuro per le donne che hanno interrotto temporaneamente la terapia endocrina (HR+) e per le portatrici di mutazione BRCA1/2.
Il trial POSITIVE ha mostrato che il 62% delle pazienti che hanno avuto una gravidanza ha allattato, in oltre la metà dei casi per più di 4 mesi, senza incremento del rischio di recidiva. Parallelamente, la coorte internazionale su oltre 400 donne BRCA ha evidenziato che allattare non comporta peggioramento degli esiti oncologici.
Questi risultati rappresentano un passo importante verso un approccio più inclusivo e personalizzato alla cura: le pazienti, supportate da oncologi, ginecologi e infermieri, possono ricevere informazioni basate su evidenze solide per decidere in autonomia sul proprio percorso riproduttivo e di allattamento.
Allattamento dopo tumore HR+: i risultati del POSITIVE trial
Lo studio POSITIVE (NCT02308085), promosso dall’International Breast Cancer Study Group, ha coinvolto oltre 500 donne con carcinoma mammario precoce HR+ che avevano interrotto la terapia endocrina dopo 18–30 mesi per intraprendere una gravidanza. Tra queste, 317 hanno portato a termine almeno un parto e, in maniera significativa, 196 (62%) hanno scelto di allattare i propri figli, per un totale di 232 neonati.
L’analisi ha evidenziato che più della metà delle madri (52,6%) ha proseguito l’allattamento per oltre 4 mesi, con una durata mediana di 4,4 mesi. Un dato di rilievo è che l’allattamento si è svolto prevalentemente dal seno controlaterale, mentre solo una minoranza di pazienti (12%) ha utilizzato entrambi i seni. Dal punto di vista oncologico, l’outcome è rassicurante: non si è registrato alcun incremento del rischio di recidiva correlato all’allattamento.
A due anni dal parto, infatti, la breast cancer–free interval risultava sostanzialmente sovrapponibile tra donne che avevano allattato e quelle che non lo avevano fatto (3,6% vs 3,1%). Questo dato, pur richiedendo conferma a lungo termine, rappresenta una prova concreta a sostegno della sicurezza dell’allattamento anche in pazienti con pregresso carcinoma mammario HR+.
Dati rassicuranti per donne portatrici di mutazione BRCA
Un ulteriore contributo arriva da uno studio internazionale multicentrico retrospettivo (NCT03673306), che ha analizzato il tema dell’allattamento nelle giovani donne portatrici di mutazione BRCA1/2, diagnosticate con tumore al seno in stadio I-III entro i 40 anni. La coorte ha incluso pazienti trattate tra il 2000 e il 2020, offrendo quindi una fotografia ampia e rappresentativa di questa popolazione ad alto rischio oncologico.
I risultati hanno evidenziato che l’allattamento è non solo fattibile ma anche sicuro per le donne BRCA, senza differenze significative in termini di recidiva o sopravvivenza rispetto alle pazienti che non hanno allattato. Questo aspetto è di particolare rilievo, poiché le portatrici di mutazione BRCA sono spesso sottoposte a trattamenti intensivi e a strategie preventive aggressive, che includono chirurgia profilattica e sorveglianza clinica stringente.
Il messaggio che emerge è rassicurante: anche in un sottogruppo definito ad alto rischio genetico e clinico, l’allattamento non compromette gli outcome oncologici. Si tratta di un dato che rafforza la necessità di un counseling personalizzato, in cui oncologi, ginecologi e infermieri possano accompagnare le donne nella scelta consapevole, integrando le esigenze di salute con il desiderio di maternità e di allattamento.
Implicazioni cliniche e ruolo degli infermieri
Le evidenze disponibili contribuiscono a ridefinire l’approccio assistenziale alle donne con pregresso tumore al seno che desiderano allattare. L’allattamento può oggi essere proposto come opzione sicura in contesti clinici selezionati, sulla base di dati scientifici che ne supportano la fattibilità senza incremento del rischio oncologico.
All’interno del percorso di cura, gli infermieri assumono un ruolo cardine:
- sul piano informativo, nel fornire indicazioni chiare e basate su evidenze, contrastando timori e false credenze;
- sul piano pratico-assistenziale, nell’accompagnare la donna nella gestione di problematiche concrete come la presenza di cicatrici chirurgiche, la produzione di latte monolaterale o le difficoltà di attacco al seno;
- sul piano psicologico-relazionale, sostenendo la paziente in un momento che rappresenta non solo un traguardo clinico ma anche un simbolo di ritorno alla normalità
Fondamentale resta l’approccio multidisciplinare, che integra la valutazione oncologica, il counseling genetico e il supporto infermieristico e ostetrico, in un percorso realmente personalizzato e centrato sulla donna.
Le nuove evidenze consegnano un messaggio forte e rassicurante: le donne che hanno affrontato un tumore al seno possono non solo realizzare il desiderio di maternità, ma anche vivere l’esperienza dell’allattamento in condizioni di sicurezza.
La vera sfida, oggi, è tradurre questi risultati in linee guida condivise e in percorsi clinico-assistenziali strutturati, capaci di integrare evidenze scientifiche, counseling personalizzato e supporto multidisciplinare. In questo modo sarà possibile non solo garantire cure oncologiche di qualità, ma anche tutelare il diritto delle pazienti a scegliere liberamente e consapevolmente il proprio percorso di vita.
Bibliografia
- Azim, H. A., Niman, S., Partridge, A. H., Ruggeri, M., Colleoni, M. A., Saura Manich, C., … Peccatori, F. A. (2024). Breastfeeding in women with hormone receptor-positive breast cancer who conceived after temporary interruption of endocrine therapy: Results from the POSITIVE trial. Annals of Oncology, 35(S2), S1075–S1076. https://doi.org/10.1016/j.annonc.2024.08.1910
- Blondeaux, E., Delucchi, V., Mariamidze, E., Bernstein Molho, R., Hamy-Petit, A-S., Ferrari, A., … Lambertini, M. (2024). Breastfeeding after breast cancer in young BRCA carriers: Results from an international cohort study. Annals of Oncology, 35(S2), S1076. https://doi.org/10.1016/j.annonc.2024.08.1910
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