Ormai è noto che quanto faccia Jannik Sinner in campo venga sempre analizzato al microscopio, traendo delle conclusioni che a volte non sono così corrette. In prima analisi, non si può non considerare il fatto che l’efficienza di un colpo e le sue percentuali siano legate strettamente alle qualità dell’avversario. Un concetto logico, che quindi non deve portare a fare un discorso a compartimenti stagni.

Resta il fatto che il numero di prime di servizio in campo dell’azzurro a New York sia stato un tema nel corso dell’intero evento e, come ammesso da lui stesso in conferenza stampa, ci sarà del lavoro da fare per “sistemare”. Un colpo troppo importante per dettare le basi del proprio gioco e avere anche più tranquillità nei game in risposta.

Nei match affrontati da Jannik negli States, le percentuali di prime in campo sono state le seguenti:

– 58.8% nel primo turno
– 50.6% nel secondo turno
– 58.2% nel terzo turno
– 58.5% negli ottavi di finale
– 61.3% nei quarti di finale
– 53.2% in semifinale
– 48.2% in finale

Al numero di prime di servizio in campo, corrisponde anche un dato di efficienza (quindici vinti) con questo colpo:

– 82.5% nel primo turno
– 80.5% nel secondo turno
– 84.5% nel terzo turno
– 80.6% negli ottavi di finale
– 91.3% nei quarti di finale
– 75.9% in semifinale
– 68.5% in finale

Da questi dati, si evincono due cose. La prima è che l’azzurro non sia mai riuscito a trovare continuità con questo fondamentale e sovente abbia chiesto qualcosa di più alla sua seconda in battuta per fare il punto anche in condizioni critiche. La seconda considerazione è che la percentuale di punti vinti dipenda anche dalle qualità in risposta del rivale di turno.

Nella finale contro Carlos Alcaraz, il fatto che Sinner abbia ottenuto “solo” il 68.5% con questo colpo, rispetto all’80.3% dell’iberico (60.7% di prime in campo), la dice lunga anche sul modo in cui l’altoatesino abbia servito. Il concetto di “prevedibilità” espresso dal tennista italiano si riflette proprio nel fatto che, pur giocando la prima in battuta, Alcaraz rispondesse sempre. Una cosa che invece non è riuscita a Jannik.

Sono questi gli aspetti su cui sicuramente il giocatore lavorerà per presentarsi a Pechino (Cina), dal 25 settembre al 1° ottobre, con consistenza e maggior imprevedibilità alla battuta e condurre il gioco con più facilità. Non resta che attendere il responso del campo.