Dopo Alessandra, ora è stata la volta di Mattia, il secondo bambino nato da una donna che ha subito un trapianto di utero. La sua nascita è stata salutata con entusiasmo e speranza, soprattutto per tutte quelle donne che, proprio come la madre del nuovo nato, si trovano in una condizione che limiterebbe il loro desiderio di maternità. Mattia è nato all’ospedale Cannizzaro di Catania, in Sicilia, il 6 settembre anche se la notizia è arrivata in queste ore. È il secondo bambino a nascere grazie a questo tipo di intervento in Italia, dopo Alessandra, e tra i pochi al mondo.
Mattia, figlio di una donna con trapianto di utero
Il bimbo è nato con un parto cesareo, effettuato dall’equipe del nosocomio siciliano. La madre, però, era prima stata sottoposta a trapianto di utero grazie alla donazione da parte di una donatrice deceduta per altra patologia. Dopo il ricorso all’intervento, effettuato ricorrendo a una tecnica molto innovativa, si è proceduto con la gravidanza, che è stata portata a termine con successo. Anche dal punto di vista etico l’operazione ha seguito un percorso rispettoso e di alto profilo, come sottolineato dai medici che hanno coordinato gli interventi.
Come è stata resa possibile la gravidanza
Come spiegato dagli esperti dell’ospedale, la donna che ha ricevuto l’utero dalla donatrice era prima stata sottoposta a crioconservazione degli ovuli, poi scongelati al momento della fecondazione medicalmente assistita. Il feto è stato dunque portato in grembo dalla madre e ha visto la luce il 6 settembre: al momento del parto, effettuato con taglio cesareo, pesava tre chilogrammi ed era in ottime condizioni di salute.
Il precedente nel 2022
Come ricordato dall’ospedale Cannizzaro di Catania, si tratta del secondo caso analogo di parto avvenuto dopo trapianto di utero nella madre. Il primo risale a tre anni fa: era il 30 agosto del 2022, infatti, quando un’altra donna aveva partorito una bimba, chiamata Alessandra, nata da una donna trapiantata al Policlinico universitario nel 2020. Si tratta di due casi unici al mondo, resi possibili grazie al lavoro di equipe mediche di eccellenza. Sono quelle guidate dai professori Paolo Scollo, Pierfrancesco Veroux, Massimiliano Veroux e Giuseppe Scibilia, che hanno guidato tutti gli iter chirurgici.
Un caso che dà speranza a molte donne
La nascita è avvenuta dopo un percorso delicato, passato dal trapianto prima e dalla gestazione poi, coordinati entrambi dalla rete trapiantologica regionale e nazionale. “Il successo di questi due primi trapianti in Italia e tra i pochi al mondo – hanno spiegato i medici che hanno condotto gli interventi – conferma la possibilità che anche una donna nata senza utero possa aspirare a diventare madre e che in casi selezionati non è necessaria la rimozione post-parto. Il piccolo Mattia, luce nuova nel panorama medico-scientifico, conferma l’avanguardia del sistema sanitario siciliano e la leadership scientifica dell’ateneo di Catania, dell’università Kore di Enna e dell’ospedale Cannizzaro, nell’ambito dei trapianti riproduttivi e incarna la speranza, la tenacia e le capacità di un’équipe che ha trasformato l’impossibile in realtà. Questa storia non è soltanto un successo medico, ma anche un faro di speranza per molte donne che seppur prive dell’utero desiderano realizzare il sogno della maternità”.
Pochissimi casi al mondo
La nascita di Mattia, come quella di Alessandra nel 2022, rappresentano due dei pochissimi casi analoghi al mondo. Ha 11 anni, infatti, Vicent, il primo bambino nato al mondo dopo che la madre era stata sottoposta a trapianto di utero. Nel 2024 era stata organizzata una conferenza stampa durante la quale il bambino si era presentato davanti a giornalisti e fotografi, a Goteborg, in Svezia. Vincent è nato il 4 settembre 2014 presso l’ospedale universitario Sahlgrenska della città svedese, nell’ambito di un progetto di ricerca condotto dall’Università locale. In tutto al mondo si contano circa 120 nascite avvenute con la stessa tecnica.
La storia di Vincent
Vincent oggi è bambino con una vita identica a quella dei coetanei: va a scuola e pratica sport. “Sono un ragazzo normale che ama lo sport, soprattutto il golf”, aveva raccontato, spiegando di sognare di diventare proprio un giocatore importante in questa disciplina. “La mia materia preferita a scuola è l’arte”, aveva spiegato, aggiungendo: “Mia madre e mio padre sono qui con me oggi e so che loro, il gruppo di ricerca svedese e i medici sono molto orgogliosi di me; sono molto felice di essere qui grazie a tutte le persone coraggiose presenti in questa sala”. In Svezia, dopo Vincent, sono nati altri sei bambini con la stessa tecnica, mentre nel mondo solo nel 2024 sono venuti alla luce circa 60 neonati, dei quali 17 nella sola Svezia. Oggi anche l’Italia può vantarne due: le madri di Mattina e di Alessandra, infatti, rappresentano la dimostrazione concreta che è possibile coronare il sogno di una gravidanza anche quando, per motivi differenti, si parte da una condizione di svantaggio. Può essere il caso di donne che, a causa magari di un tumore, sono costrette a procedere alla rimozione dell’utero. Oppure di quelle che non lo hanno fin dalla nascita. Oggi per tutte si aprono nuove possibilità.