di
Maria Giovanna Faiella
Meningiti da meningococco e papillomavirus possono avere gravi conseguenze, ma si possono prevenire con le vaccinazioni. Campitiello (Ministero Salute): «In Italia 2.400 morti l’anno per cancro della cervice uterina: nel 70% dei casi si potrebbero evitare con la vaccinazione anti-HPV»
Meningiti da meningococco e papillomavirus (HPV) sono malattie infettive che comportano gravi conseguenze, ma si possono prevenire con le vaccinazioni; eppure, la copertura vaccinale è ancora bassa, con differenze da una Regione all’altra. Da qui l’importanza di trovare nuove strategie per proteggere tutti gli adolescenti.
Se ne è discusso a Roma nel corso di un incontro scientifico-istituzionale, dal titolo «Fare prevenzione fra strategia e consapevolezza: la coscienza della vaccinazione. Il futuro è nelle nostre mani».
Meningiti
Le meningiti sono malattie infettive che provocano un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). La forma batterica è più rara ma più seria poiché può avere conseguenze letali. Gli agenti batterici sono diversi e il più temuto è la Neisseria meningitidis, detta meningococco, di cui esistono diversi ceppi.
Vaccino per i bambini
Nel nostro Paese, in età pediatrica sono raccomandate e offerte gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale la vaccinazione anti-meningococcica che protegge dal sierogruppo B (2 dosi nel primo anno di vita e un richiamo nel secondo anno di vita) e quella antimeningococcica quadrivalente che protegge dai sierogruppi A, C, W e Y (prima dose nel secondo anno di vita, richiamo dal compimento del 12° anno di vita).
Per i genitori la meningite è da sempre uno spauracchio, però i dati sulla copertura vaccinale non sono incoraggianti. Oggi, infatti, la copertura nei bambini è intorno all’80% e in alcune Regioni sotto al 70%, quindi resta lontana dall’obiettivo del 90% fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
…e gli adolescenti?
Per gli adolescenti, il Piano vaccinale di prevenzione 2023-25 raccomanda il richiamo per i ceppi di meningococco ACWY (meno frequenti), ma non per il sierotipo B. Per quest’ultimo ceppo è prevista la possibilità per le Regioni, in base alla situazione epidemiologica della singola Regione, di offrire gratuitamente la vaccinazione contro il meningococco B anche agli adolescenti.
Spiega il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), Massimo Andreoni, membro del Consiglio Superiore di Sanità: «Anche se si tratta di una malattia rara (85 casi nel 2023), la meningite da meningococco è tra le infezioni batteriche più gravi, con una letalità che varia dal 10 al 20%. Il sierotipo B è il più diffuso in Italia e il più grave; colpisce soprattutto bambini piccoli e adolescenti. Il rischio di contagio è elevato a causa dei numerosi soggetti asintomatici che possono trasmettere l’infezione. La vaccinazione nei primi mesi di vita, seppure efficace, perde protezione nel tempo, perciò il richiamo in adolescenza è fondamentale e va inserito nei Livelli essenziali di assistenza (per garantirlo a tutti, a prescindere dal luogo di residenza ndr)».
Il richiamo, per gli adolescenti, del vaccino anti-meningococco B sarà inserito nel nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale? Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute, assicura: «Su questo stiamo facendo una riflessione perché l’obiettivo principale è proteggere i giovani. Dobbiamo costruire un dialogo aperto e trasparente con gli adolescenti, le famiglie, le scuole, per far riprendere fiducia nelle vaccinazioni. Stiamo lavorando insieme alle Regioni sul nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale, e questo sarà un argomento che tratteremo. Anche il calendario vaccinale è oggetto di modifica – continua Campitiello –. Vorremmo far entrare nel calendario vaccinale anche il vaccino per il Covid e l’anticorpo monoclonale contro il virus respiratorio sinciziale».
Differenze
A oggi 14 Regioni offrono gratuitamente la vaccinazione agli adolescenti, ma con regole diverse: alcune solo ai ragazzi mai vaccinati (naive), altre anche ai ragazzi già immunizzati da piccoli (non naive) distinguendo tra chi è stato vaccinato sotto i due anni e chi tra i 2 e i 10 anni.
Un’offerta disomogenea che rischia di compromettere l’accesso in modo equo a questo strumento di prevenzione. Da qui la richiesta di uniformare l’offerta su scala nazionale.
Ricorda la professoressa Anna Teresa Palamara, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità: « Il meningococco B è quello che provoca più frequentemente meningiti nei bambini e negli adolescenti. L’Italia offre la vaccinazione gratuita agli adolescenti in base alla situazione epidemiologica delle singole Regioni, ma ormai i confini sono superati se pensiamo che oggi i ragazzi viaggiano, si spostano spesso per partecipare a concerti, eventi sportivi, ecc».
Vaccino anti- HPV
L’infezione da papillomavirus (HPV – acronimo di Human Papilloma Virus) è la più diffusa tra le malattie sessualmente trasmesse: circa l’80% della popolazione sessualmente attiva la contrae almeno una volta nella vita. Il virus è responsabile del 9,4% di tutti i tumori e del 100% dei casi di carcinoma della cervice uterina.
La vaccinazione contro l’HPV è raccomandata e offerta gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale a ragazzi e ragazze dall’11° anno di vita.
Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-25 ha esteso l’offerta attiva del vaccino anti-HPV alle donne fino a 25enni non vaccinate, anche utilizzando l’occasione del primo screening (gratuito) per la prevenzione del tumore del collo dell’utero.
Eppure, rimane ancora bassa la copertura vaccinale: nel 2023, le ragazze dodicenni (coorte 2011) vaccinate sono state meno di una su due (45,39%) e i coetanei maschi vaccinati appena il 39,35%. A 15 anni, età di riferimento per l’Organizzazione mondiale della sanità, la copertura femminile è pari al 69,57%, lontana dall’obiettivo del 90% fissato dall’OMS e dall’Unione Europea con l’Europe’s Beating Cancer Plan per eliminare il cancro da HPV entro il 2030.
Ricorda il professor Andreoni: «Il vaccino contro il papillomavirus ha un ruolo cruciale nella prevenzione di tumori femminili e maschili e in alcune aree del mondo ha permesso di eliminare il cancro dell’utero. Vaccinare i più giovani è essenziale, ma il vaccino è utile anche negli adulti, poiché protegge da un’infezione sessualmente trasmessa che è possibile contrarre durante l’intero arco della vita sessualmente attiva».
Gli fa eco il dottor Alessandro Rossi, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (SIMG): «Il vaccino anti-HPV è un’arma straordinaria a disposizione dei singoli ma anche per la collettività perché previene non solo le infezioni ma soprattutto i tumori delle vie genitali (maschile e femminile). Purtroppo, i dati di copertura per questa vaccinazione continuano ad essere bassi. Tra i motivi, al di là delle differenze di organizzazione regionale, c’è il fatto che l’adolescenza è una sorta di “territorio di nessuno”, una fase di transizione dall’età pediatrica a quella adulta, che non prevede una presa in carico (come per le malattie croniche) poiché l’adolescente di solito non si rivolge al medico. Quindi – suggerisce il dottor Rossi – è fondamentale svolgere un lavoro di counselling, di formazione (per i medici), di informazione sia per gli adolescenti che per i genitori».
2.400 morti l’anno per cancro alla cervice uterina
Dice Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute: «Come ministero, non ci riteniamo soddisfatti per le coperture vaccinali; come ginecologa, in particolare, mi fa rabbrividire la copertura per il vaccino contro l’HPV intorno al 45%; nel nostro Paese ci sono 2.400 morti l’anno per cancro della cervice uterina: nel 70% dei casi potrebbero essere evitate con la vaccinazione anti-HPV».
Obbligo vaccino morbillo
«Non dimentichiamo il morbillo e le sue complicanze – prosegue la dottoressa Campitiello – . Purtroppo si stanno verificando casi in pazienti giovani che nel 90% dei casi non erano stati vaccinati (quando la vaccinazione contro il morbillo non era obbligatoria, ndr)».
Quanto all’obbligo vaccinale introdotto nel 2017 per dieci malattie, la responsabile del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute precisa: «Non dobbiamo dimenticare che ogni tre anni viene fatta una valutazione epidemiologica dell’obbligatorietà delle vaccinazioni, sentiti tutti gli enti che se ne occupano (come ISS e AIFA- Agenzia Italiana del Farmaco), cioè si valutano i dati epidemiologici e quindi se continuare a mantenere l’obbligo in base ai dati epidemiologici. Oggi la recrudescenza del morbillo non ci fa ben sperare» osserva la dottoressa Campitiello.
Nuove strategie
Tra le strategie proposte durante il convegno per superare le differenze tra regioni e i bassi livelli di copertura: l’inserimento del richiamo per la meningite B nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale e nei Livelli essenziali di assistenza; la realizzazione di un Piano straordinario di eliminazione dei cancri da HPV con campagne di recupero attivo dei non vaccinati ed estensione della gratuità alla fascia più adulta; l’uso di strumenti digitali e di prossimità per raggiungere adolescenti e famiglie; il coinvolgimento di pediatri, medici di medicina generale, medici dello sport, ma anche di scuole e farmacie, per rendere la prevenzione vaccinale un obiettivo equo e condiviso su tutto il territorio.