Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, compie 70 anni. E si racconta al Corriere della Sera: “Pensavo di morire a 50, mi sono sputtanato tutto. E invece sono ancora qui”. Festeggerà a Ponticino, nel palazzo costruito negli anni ’80 e perso tra i debiti: “Tre miliardi, mi portarono via pure pianoforte e chitarre. Ora l’ho ricomprato: voglio dire che ci si rialza sempre”.

Da ottobre un tour mondiale e l’album L’equilibrista. “In tre quarti del mondo sono famosissimo. Solo con Sarà perché ti amo guadagno milioni di diritti”. Ma la vita è stata un’altalena: “Nel 1983 il mio discografico mi disse: sei finito. Lo picchiai. Poi mi chiese scusa”.

Vizi e cadute. “A 23 anni miliardario, subito dopo rovinato. Persi 130 milioni di lire in una botta al casinò. Finì con la pistola puntata al petto. Ho bruciato almeno 50 milioni. Anche Morandi ci rimise: mise una firma per me e gli pignorarono la casa a Monghidoro. Momenti durissimi, ma resta un fratello”.

L’altra dipendenza, le donne. “Fisicamente non ero granché, ma con le ragazze funzionavo. Con Barbara D’Urso fu un flirt, lei nega e chi se ne frega. Di Edwige Fenech ero innamorato pazzo, la sognavo ogni notte, ma stava con Montezemolo: io non potevo competere. Divenimmo amici, spesso cenavo da loro”.

Oggi la sua vita è un equilibrio sentimentale unico: “Da 51 anni sposato con Anna, da 36 con Patricia. È un menage a tre, ma sono molto geloso. Non accetterei il contrario. Come tutti i traditori seriali, fatico a dire di no”.

Rimpianti? “Ho fatto soffrire molti, ma rifarei tutto. Sono egoista, penso prima a me. Dopo la morte non c’è paradiso né inferno: solo un’anestesia eterna. Magari di là ritrovo Baudo e Costanzo… no, eh”.