L’Italia si prepara a fronteggiare l’aumento della popolazione over 65 e delle persone fragili: servono nuovi modelli di cura, più sostegno alle famiglie, potenziamento delle cure domiciliari e un sistema sanitario integrato e sostenibile.

L’Italia è sempre più un Paese di anziani. Un fenomeno demografico che, pur
testimoniando i successi della medicina e il miglioramento delle condizioni di
vita, porta con sé nuove e
complesse sfide per il sistema di assistenza sanitaria. L’invecchiamento della
popolazione, infatti, si accompagna spesso all’insorgere di fragilità, intese non solo come vulnerabilità fisica ma anche come declino cognitivo e
isolamento sociale. Entro i prossimi vent’anni, si stima che la percentuale di
over 65 raggiungerà il 35% della popolazione totale,
con un milione di ultranovantenni entro tre anni. Questi numeri impongono una
riflessione profonda e un ripensamento delle strategie di cura, ponendo la
persona fragile al centro di un modello assistenziale che deve essere
integrato, personalizzato e sostenibile.

La fragilità non è solo una questione di età

La fragilità nell’anziano è un concetto
multiforme. Non si tratta semplicemente di un’età anagrafica avanzata, ma di una condizione dinamica
caratterizzata da una ridotta riserva funzionale e una maggiore vulnerabilità agli eventi stressanti, che possono portare a
una rapida perdita di autonomia. Questa condizione può manifestarsi attraverso
la diminuzione della forza fisica, la difficoltà a svolgere le attività quotidiane di base (ADL) e strumentali (IADL), la
presenza di più patologie croniche (multimorbilità), il rischio di malnutrizione o disidratazione, e
l’isolamento sociale. Tutti fattori che incidono pesantemente sulla qualità della vita dell’individuo e sul carico
assistenziale che grava sulle famiglie e sul sistema sanitario. 

L’importanza della gestione quotidiana e della prevenzione

La gestione
quotidiana della persona fragile, sia in ambito domestico che in strutture,
richiede attenzione costante a dettagli che possono fare la differenza. Tra gli
aspetti più delicati vi è l’igiene personale e la prevenzione di problematiche
cutanee, come le piaghe da decubito, che possono insorgere a seguito di lunghi
periodi di immobilità. Mantenere l’ambiente di
riposo pulito e asciutto è, quindi, fondamentale per il benessere del paziente
e per facilitare il lavoro degli operatori. Un’opzione per chi cerca soluzioni
efficaci e durevoli per la protezione del letto, possono essere  queste traverse letto per anziani prodotte da Hip, pensate per offrire un
valido supporto nella routine di cura, coniugando efficacia e praticità.

Dall’ospedale al domicilio: un nuovo modello di assistenza

Di fronte a questa realtà, il modello tradizionale di
assistenza sanitaria, spesso ospedalocentrico e frammentato, mostra i suoi
limiti. L’esigenza sempre più pressante è quella di spostare il baricentro
dell’assistenza dall’ospedale al territorio e, in particolare, al domicilio del
paziente. La casa, infatti, è il luogo dove la persona anziana può mantenere più
a lungo la propria autonomia, circondata dagli affetti e in un ambiente
familiare che contribuisce al benessere psicofisico. Questo shift richiede però
un potenziamento significativo delle cure domiciliari integrate (ADI), che devono essere
capaci di offrire un pacchetto di servizi ampio e modulabile, che vada oltre le
singole prestazioni episodiche.

Il ruolo dell’innovazione tecnologica

L’innovazione tecnologica offre strumenti promettenti per affrontare le
nuove sfide. Il telemonitoraggio, ad esempio, consente di controllare a
distanza parametri vitali e condizioni di salute, attivando allarmi in caso di
anomalie e permettendo interventi tempestivi senza la necessità di continui spostamenti o ricoveri. Dispositivi
indossabili, sensori intelligenti per la casa e piattaforme digitali per i
teleconsulti stanno trasformando l’erogazione delle cure, facilitando la
comunicazione tra medici, pazienti e caregiver e promuovendo una maggiore
autonomia. Tuttavia, è cruciale che l’introduzione di queste tecnologie sia
accompagnata da una formazione adeguata per gli operatori e da un supporto per
i pazienti e le loro famiglie, al fine di superare il digital divide e
garantire un accesso equo.

Le criticità del sistema e le sfide del PNRR

Nonostante gli sforzi, come quelli previsti dal Piano Nazionale di Ripresa
e Resilienza (PNRR) che mira ad aumentare la quota di over 65 assistiti a
domicilio al 10% entro il 2025-2026, permangono criticità significative. L’aumento del numero di
assistiti spesso non si è tradotto in un incremento dell’intensità e della durata del servizio, lasciando ancora
scoperte le esigenze più complesse della non autosufficienza. Esistono,
inoltre, profonde disparità
regionali nella
copertura e nella qualità
dei servizi,
rendendo l’accesso alle cure un diritto non sempre universale. Per superare
questi ostacoli, è necessario non solo investire risorse economiche, ma anche
riformare l’organizzazione dei servizi, potenziando le équipe multidisciplinari e
promuovendo una reale integrazione tra l’assistenza sanitaria e quella sociale.

La dignità della persona fragile al centro

Infine, al centro di ogni strategia deve esserci la dignità della persona anziana e fragile. Questo
significa non solo garantire le migliori cure mediche e assistenziali, ma anche
promuovere l’invecchiamento attivo, la partecipazione sociale e il mantenimento
delle relazioni. Un sistema di assistenza efficace deve supportare i caregiver,
spesso familiari che si trovano a fronteggiare un carico fisico ed emotivo
enorme, offrendo loro formazione, supporto psicologico e sollievo. La
solitudine, infatti, è una delle maggiori fragilità non visibili che affligge molti anziani.

Un nuovo approccio per un futuro sostenibile

In sintesi, le nuove sfide poste dalla fragilità e dall’invecchiamento della popolazione richiedono un
approccio innovativo e integrato all’assistenza sanitaria. Questo implica un
forte investimento nelle cure domiciliari, l’adozione di soluzioni pratiche e
tecnologicamente avanzate, un ripensamento delle politiche sanitarie per
garantire equità e sostenibilità, e soprattutto, un’attenzione costante alla dignità e al benessere complessivo della persona. Solo
così l’Italia potrà trasformare la sfida demografica in
un’opportunità per costruire un sistema di
assistenza più umano, efficiente e resiliente.